venerdì 27 novembre 2009

Zohan- Tutte Le Donne Vengono al Pettine


La lotta contro Hamas, si sa, è la principale attività a cui si dedicano Mossad ed esercito israeliano. Lotta che tutti i militari e gran parte della popolazione israeliana vedono come giusta e sacrosanta. Può capitare però che tra di loro, uno (in questo caso il migliore agente segreto d'Israele) non ne voglia più sapere di guerre, attentati e blitz per catturare integralisti palestinesi che poi vengono negoziati e rilasciati. E' questo il caso di Zohan Dvir (Adam Sandler), figlio di un veterano della Guerra dei cinque Giorni, che dopo una vita passata a scovare terroristi, decide di mollare tutto (compresa la ricerca del superboss Phantom, interpretato dal sempre ottimo John Turturro), fingersi morto e scappare a New York dove, con il nome di Scrappy Coco, cerca di realizzare il suo sogno: Essere assunto come parrucchiere da Paul Mitchell. Non riuscendoci, finisce col lavorare nel negozio di quartiere di una ragazza palestinese (la bellissima Emmanuelle Chiquì), divenendo presto famoso per le sue doti amorose oltre che professionali.
Ma i legami col passato non si tagliano come una ciocca di capelli: una cellula di Hezbollah (Rob Schneider) che si è visto rubare la capra ("che portava Zuppa di cipolle") dal commando giudato da Zohan avvisa Phantom, nel frattempo diventato ricchissimo grazie a una catena di fast-food, dell'avvistamento.

Dopo l'ottima interpretazione drammatica di Reign Over Me, Adam Sandler torna al primo amore, la commedia, e lo fa con un personaggio parodistico, sopra le righe e gerontofilo come Zohan. Oltre al sempre brillante Sandler, Da sottolineare è il cast che attornia il comico, che vede la presenza di tutti i membri del "clan" di Sandler: John Turturro, Henry Winkler, Chris Rock sono solo alcuni dei nomi celebri che fanno la loro comparsa nella pellicola. Da sottolineare anche il cameo di Mariah Carey, di cui il protagonista è grande fan (tanto da andare persino in missione con la sua T-shirt ufficiale) e a cui il terrorista Phantom chiede l'add su MySpace.
Come da copione, le gag comiche abbondano, il ritmo è sempre alto e le battute sono sempre azzeccate. A mio parere, siamo davanti a una delle migliori commedie demenziali degli ultimi anni e a uno dei personaggi più bizzarri tra quelli interpretati dallo stesso attore, nella mia personale classifica battuta solo da Anger Management, in cui Sandler è co-protagonista assieme a uno scatenato Jack Nicholson.

Ma oltre alla risata, Zohan regala qualcosa di più: dimostra allo spettatore l'assurda situazione che affligge da svariati decenni il Medio Oriente (in questo caso sono lampanti le scene in cui Zohan litiga con la proprietaria del negozio in cui lavora, capaci di dimostrare l'incomunicabilità e l'arroganza che contraddistinguono entrambe le etnie in gioco) e indirettamente manda un forte segnale contro il razzismo e l'antisemitismo in particolare, che pare stia riprendendo piede nel ceto medio statunitense.

Nulla da segnalare riguardo a regia e fotografia: non sono questi i punti di forza del film, e si può dire che la Crew si sia limitata a svolgere bene il compitino. La colonna sonora di contraddistingue per la presenza di brani eminentemente da discoteca, in piena sintonia con il personaggio (che a un certo punto del film si improvvisa Deejay scratchando e mixando con l'uso della zona pelvica).

Se volete passare una serata divertendovi e ridendo di gusto, Zohan è un film che fa al caso vostro. Se invece volete approfondire il tema del conflitto medio-orientale, tra i tanti film due meritevoli di particolare menzione potrebbero essere Private dell'italiano Saverio Costanzo e Paradise Now.

[7,0]

domenica 8 novembre 2009

Farsopoli




Chi leggeva il mio precedente blog (come adesso, pochi o nessuno quindi) sa cosa io pensi dello "scandalo" che ha travolto nell'estate del 2006 il calcio italiano, in particolare la Juventus.
Non sono un innocentista tout-court, ammetto il fatto che la Triade non abbia avuto comportamenti sempre corretti, ma è pur vero che ciò che veniva messo in atto dai dirigenti della Juventus era pratica seguita da tutte le squadre italiane, come dimostrano gli interrogatori emersi nell'indagine penale. Senza parlare poi delle altre decine di "piccolezze" (passaporti falsi, doping amministrativo, uso illegale del mezzo delle intercettazione telefoniche per spiare propri calciatori e sqadre avversarie, responsabili ai rapporti con gli arbitri non si sa come alle dipendenze di Clubs, cambio delle regole in corsa per fare vincere e non penalizzare una squadra, far giocare partite su campi impraticabili come quello di Perugia...) che, chissà com'è, nessuno se le è filate prima. E poi, alcuni di quegli stessi responsabili delle "piccolezze" sopraelencate hanno il coraggio di giustificare l'assegnazione di un trofeo non loro definendosi "onesti". Puah.

Comunque, la vicenda sta diventando paradossale. Dopo la sentenza-farsa che ha spedito in Serie B la sola Juventus e assegnato due scudetti all'Inter emessa dagli organi di giustizia (...) sportiva, Nelle aule del Tribunale di Napoli si stanno palesando una serie di dichiarazioni e di eventi al confine della Realtà. Siccome non sarei capace di spiegare in modo esauriente la cosa, mi affido a quanto riportato oggi in seconda pagina su "TuttoSport" nell'articolo "Calciopoli: quante contraddizioni!, articolo che posterò per intero.

Era uno degli uomini chiave del sorteggio arbitrale, di conseguenza lo è anche del processo di calciopoli che si sta svolgendo a Napoli: ma Manfredi Martino cade tante, troppe volte in contraddizione per fasre vera chiarezza su uno degli snodi fondamentali del processo. Nella sua testimonianza di venerdì ha fatto scalporela dichiarazione secondo la quale i designatori arbitrali di quel periodo, Bergamo e Pairetto, avevano chiesto al Martino, segretario del Can, di inserire in palline riconoscibili (per certe ammaccature) determinati bigliettini. Insomma, era quello il meccanismo con cui si poteva truccare il sorteggio. Una rivelazione che non aveva mai fatto prima, nonostante undici interrogatori. Come mai? "Forse l'ho detto ma i carabinieri non l'hanno mai verbalizzato". Una dichiarazione che ha lasciato perplessi molti, anche il Magistrato Teresa Casoria, stupita che un particolare così importante non sia mai stato menzionato nei precedenti interrogatori. Un impacciatissimo Martino non è riuscito a giustificarsi in modo convincente.

SENSAZIONI. Ma anche il famoso caso di Milan-Juventus del maggio 2005, che secondo Martino poteva essere una partita la cui designazione arbitrale era stata "pilotata", diventa terreno scivoloso per il teste. Dice Martino:" Il sorteggio per Milan-Juventus a sensazione era stato forse un caso di quelli particolari". Gli viene chiesto, anche dal Giudice Casoria:"Cosa vuol dire "a sensazione", su cosa si fonda questa "sensazione"?". E lui tentenna:"Non sono in grado di dire se qualcosa è avvenuto o no". Il Giudice lo incalza nuovamente:"Allora ci spieghi qual'è l'evento che le ha procurato la sensazione".

COLPO DI TOSSE. E qui salta fuori il famoso "colpo di tosse" di Bergamo che, in qualche modo, avrebbe condizionato quel sorteggio. Bisogna però fare un passo indietro: come avvenivano i sorteggi? C'era l'urna con le partite che venivano sorteggiate da Pairetto e poi quella con gli arbitri nella quale pescava un giornalista di volta in volta diverso. La prassi prevedeva che fosse sorteggiata prima la partita (da Pairetto) e poi l'arbitro (dal giornalista). Il trucco, secondo il Martino, stava nell'aspettare che il giornalista tirasse su la pallina, riconosciuta la quale (grazie alle ammaccature), Pairetto tirava su la pallina.

O TOSSE NERVOSA. Ma, chiamato a darne esempi pratici, il Martino non riesce a citarne. Tranne, appunto quel Milan-Juventus, nel sorteggio della quale, Pairetto diede un colpo di tosse che doveva essere una specie di segnale. Per chi? Non si capisce. Ma soprattutto non si capisce quando questo colpo di tosse risuonò nella stanza del sorteggio. Dice Martino:"Mi ricordo, non so se ci sono eventuali immagini...Mi ricordo che, secondo me, il designatore Bergamo nel momento in cui è uscita la partita Milan-Juventus, nel momento in cui il giornalista stava per estrarre la pallina per abbinare l'arbitro tossì". Prima o dopo l'estrazione della pallina da parte del giornalista? "Dopo". E quindi? che segnale sarebbe stato? E allora il Martino ipotizza un'altra strada:"Poteva anche essere una tosse nervosa. D'altronde, erano messi sotto accusa dai giornali in quel che non era un periodo facile". Ma insomma, quel sorteggio (che per la cronaca fu Collina il designato) fu truccato o no? Martino non aiuta a capirlo.


Di mio, direi che l'articolo si commenta da solo.