mercoledì 25 aprile 2012

Lost - Stagione 6

4, 8, 15, 16, 23, 42


Tutto ha una fine.
Purtroppo nemmeno Lost riesce a continuare in eterno. Ma vi posso assicurare che la sesta stagione del serial cult per eccellenza è qualcosa di veramente incredibile, sia per le possibilità di interpretazione che si possono dare agli eventi, sia per l'intensità e la drammaticità degli eventi.

La serie si sviluppa su delle sideways e su dei FastForward. Non sto a dire nulla della trama perchè tanto la conosciamo tutti, ma la cosa veramente epica di questa serie è il finale.
Bellissimo nel suo voler porre, all'interno della classica lotta tra Bene e Male, altri temi, come la religione, il senso della vita, il destino. Guardarsi le ultime cinque puntate della sesta stagione è una delle esperienze più emozionanti e meglio create per un format televisivo.

Tutte cose che sanno di aria fritta, me ne rendo conto, ma veramente, per me Lost è stata un'esperienza a tratti totalizzante, non trovo parole per descriverla in un post come questo senza addentrarmi in spoiler di natura ciclopica.
Quindi, chiudo qua e gli appioppo il voto massimo.

[10]



Boardwalk Empire - Stagione 2

Sì, lo so, la trasmissione è finita da un pezzo, ma mi sono ricordato di doverla recensire solo ora. Sì, lo so che stanno lavorando alla terza stagione e che ormai tutti (sottoscritto compreso) si stanno esaltando dietro al fantasy soft-porn de Il Trono di Spade/ Game Of Thrones e nessuno si filerà il mio post. Ma lo scrivo comunque, tiè!

A sceneggiare: Terence Winter
Come dicevo, la seconda stagione -strutturata in 12 episodi- riprende la narrazione da dove era stata (bruscamente) interrotta: il Commodoro, Eli e Jimmy decidono di allearsi per scalzare Enoch Thompson dal suo trono (figurato, qui non ci sono i Lannister). Oltre ai sotterfugi messi in atto da trio per bloccare il rifornimento di liquori (business principe per il Tesoriere di Atlantic City), il "buon" Nucky dovrà affrontare anche le insidie delle indagini dell'FBI, una crisi famigliare e un processo per prostituzione (Ogni riferimento ad ex Primi Ministri italiani è puramente casuale).

Senza addentrarsi oltre nella trama (che vedrà Nucky cercare nuovi alleati oltreoceano e introdurrà l'ascesa della criminalità ebraica e italiana), passo a dire cosa ho pensato vedendo la serie. Nulla dirò sulla qualità della sceneggiatura e della ricostruzione storica, affascinante ed eccelsa come lo fu nella stagione precedente.

Mi è parso che questa seconda stagione abbia una natura quasi interlocutoria, come se gli scenggiatori volessero dirci "Tranquilli, il meglio deve ancora venire". Infatti il ritmo non è serrato come in passato e si è dato risalto alla caratterizzazione dei personaggi, focalizzandosi attorno al tema della "famiglia" (in effetti, in questa seconda stagione ogni personaggio si troverà a fare i conti con il proprio passato e con i suoi consanguinei).
E proprio questa calma apparente fa da preludio alle ultime tre puntate della stagione, che rappresentano un vero e proprio rimescolamento delle carte in tavola. Qualcosa che, vi assicuro, va oltre le aspettative generate nei nove episodi precedenti. Il risultato è, manco a dirlo, esplosivo.

Quindi, com'è Boardwalk Empire in questa seconda apparizione?
Semplice: un prodotto magnifico sotto ogni punto di vista e che fa da preludio a una terza stagione che si preannuncia esaltante, soltanto deficitario dell'effetto novità proprio della prima serie.

[8,5]

mercoledì 11 aprile 2012

Source Code

Si parla anche di una serie TV in arrivo
Ogni volta si dichiara morta la fantascienza, ogni volta la fantascienza batte un colpo, come a dire "sono ancora viva!". A volte lo fa con prodotti totalmente sci-fi, come fu Matrix, altre con prodotti di altri generi ma fortemente "conditi" da elementi fantascientifici. Source Code appartiene a questa seconda categoria.

Diretto da Duncan Jones (ebbene sì, il figlio di David Bowie) e interpretato da Jake Gyllenhaal, Vera Farmiga e Michelle Monaghan, il film racconta le vicende di pilota dell'aeronautica statunitense che, senza motivo apparente, si sveglia su un treno. Dopo un' esplosione, Colter Stevens -questo il nome del protagonista- viene informato di essere il soggetto di un esperimento all'interno di una macchina chiamata "Codice Sorgente", che permette a chi vi è all'interno di vivere gli ultimi otto minuti di vita di un altro soggetto su una linea temporale alternativa. E lui ha il compito di trovare e disinnescare una bomba che ha fatto esplodere il treno.

La trama e il ritmo da thriller (esaltato dal taglio registico scelto da Jones) tengono lo spettatore incollato allo schermo, facendolo anche congetturare al riguardo di chi sia il potenziale attentatore e, soprattutto, sul perchè Colter non pareva essere a conoscenza del suo coinvolgimento nel progetto.

Un gran bel film, teso, ben studiato e adrenalinico. Consigliatissimo.

[9,0]

Vallanzasca: Gli Angeli Del Male

Ultimamente sono molto attratto dai film sulla mala, specie se italiana. Motivo per cui mi sono avvicinato con molto hype a Vallanzasca: Gli Angeli Del Male, film dello scorso anno diretto da Michele Placido, che già diresse un film magistrale come Romanzo Criminale, che molta fortuna e consensi ha raccolto anche oltre confine. Un altro capolavoro?

Non del tutto. A scanso di equivoci, Vallanzasca è un bel film, che intrattiene alla grande, ma sembra il fratello minore della pellicola tratta dal romanzo di De Cataldo. Inoltre, sembra anche un po' meno ispirato in sede di sceneggiatura, dove si è preferito concentrarsi sul personaggio del bel Renè (come era soprannominato dalla cronaca) piuttosto che sugli altri. Decisione sacrosanta, ma a mio giudizio sarebbe stato più utile un maggior approfondimento dei rapporti tra i membri della banda.

La trama, come suggerisce il titolo, si incentra sulle imprese criminali di Renato Vallanzasca, dalla quasi mitologica spedizione volta a liberare le tigri da un circo, ancora bambino, passando ai furti da ragazzino fino all'affermazione definitiva come uno dei criminali più potenti d'Italia. La sceneggiatura e la regia fanno apparire Renè come una sorta di antieroe pop, una deviazione dell'ideale di Robin Hood. E la scelta premia, perchè mai come in questo caso il personaggio, con il suo entourage di scagnozzi, belle donne e amici fidati, ben si presta a una narrazione simile.

Da quel che conosco, il film è molto fedele alle vicende realmente accadute. Peccato però che a volte sembra che certe cose accadano senza un reale motivo, o meglio, senza adeguati indizi per capirne il motivo. Credo che per comprendere appieno la sceneggiatura sia necessario avere una conoscenza capillare dei fatti di cronaca dell'epoca (infatti, non poche volte è stato mio padre, classe '60, a darmi delucidazioni su ciò che avveniva su schermo).

Antieroe pop, dicevamo. E infatti è così. Dalla colonna sonora, alla fotografia, passando per i costumi, Renato è rappresentato come una sorta di divo del rock, di bello e dannato, con una morale contorta, ma sempre onesto e leale con se stesso e gli altri. A dare una forte credibilità al bel Renè ci mette tantissimo del suo anche l'attore che lo interpreta, Kim Rossi Stuart, autore di una prova sontuosa (oltre che ad essere molto somigliante al Vallanzasca reale). Per quanto concerne il cast, da segnalare le apparizioni di Valeria Solarino nei panni di Consuelo, la madre del figlio del criminale, e Francesco Scianna, già visto nel non proprio indimenticabile Baarìa di Tornatore.

Chiudendo, non si può dire che Vallanzasca sia un brutto film, anzi, a parte qualche passaggio oscuro, è un bell'affresco sulla vita di uno dei fuorilegge più famosi della storia italiana, ma manca quel "qualcosa" che gli permetterebbe di essere un capolavoro.

[7,5]