domenica 13 febbraio 2011

Assassin's Creed


La prima volta che ebbi l'opportunità di vedere un trailer di Assassin's Creed, all'epoca ancora nominato semplicemente Creed, ebbi l'impressione di trovarmi davanti a un Grand Theft Auto medievale, con l'aggiunta della possibilità di scalare pressochè tutti gli edifici della città.

Quelle vecchie premesse (vecchie perchè stiamo parlando del 2003, e il gioco uscì nel 2005) sono state mantenute solo in parte: ci sono grandi e bellissime città da esplorare anche in verticale, unite tra loro da una zona (il Regno) ricca di piccoli insediamenti o fortificazioni militari, c'è una trama appassionante e un protagonista ben caratterizzato. Ma, c'è un ma. Manca la varietà di situazioni di GTA e, per assurdo, le molteplici possibilità offerte dalle città non vengono sfruttate per nulla. Tanto che, se si escludono le centinaia di collectibles sparse per il mondo di gioco (si tratta di effigi e bandiere delle diverse fazioni in lotta tra loro, sostanzialmente), rimane poco da fare al di fuori della quest principale, che impegnerà per una decina d'ore l'utente.

Trama e protagonista di livello, dicevamo. Vero, verissimo, si potrebbe dire che la stragrande maggioranza del fascino di un gioco monco e incompleto nel piano di sviluppo come questa produzione Ubisoft sta in questi due fattori uniti all'ambientazione, costituita essenzialmente dalle tre città di Damasco, San Giovanni d'Acri e Gerusalemme, a cui vanno ad aggiungersi il villaggio di Masyaf e i succitati piccoli agglomerati sparsi per il mondo di gioco. Le tre "metropoli" sono riprodotte fedelissimamente, ed è impossibile non rimanere impressionati dal lavoro degli artisti e dei programmatori. Secondo me, al città meglio riuscità è l'attuale capitale della Siria: confesso che più di una volta, dall'alto di un minareto, sono rimasto parecchi minuti ad ammirare il paesaggio sottostante. Il fascino del setting viene poi amplificato dalla colonna sonora di Jesper Kyd, mai invasiva e ben inserita nel contesto.

Riprendendo il filo del discorso, La storia è ambientata negli ultimi giorni del 2012 e vede per protagonista un giovane barista, Desmond Miles, rapito e segregato nei laboratori di una multinazionale che, attraverso un misterioso macchinario, vuole risalire alla vita degli antenati del nostro, in particolare di Altair, membro della Confratenita degli Assassini vissuto durante gli anni delle Crociate, al fine di scoprire dove e come recuperare degli strani manufatti chiamati "Frutti dell'Eden". Tuttavia, il vero fulcro dell'azione non è il nostro futuro prossimo, bensì il passato: le sessioni in cui si controllerà Desmond saranno solo meri intermezzi utili per chiarire sfumature della trama. Il punto forte dell'esperienza consiste negli eventi avvenuti all'epoca di Altair, ovvero nel pieno della Terza Crociata, con Riccardo Cuor di Leone e Saladino a fronteggiarsi sui campi di battaglia di Jaffa. Come detto, Altair è membro degli Assassini, fazione contrapposta a quella dei Templari, e la missione dell'antenato mediorientale è quella di fare fuori i nove capi della setta nemica, i quali mirano a manovrare gli esiti del conflitto e i destini dell'umanità a loro piacimento. Ma, come viene costantemente ripetuto dai prelati della Confraternita, "Nulla è reale e Tutto è lecito", quindi tradimenti e colpi di scena non mancheranno nell'affrontare le missioni.

Gli omicidi sono così strutturati: Si va in città, si svolgono le indagini (a tal proposito, ce ne sono tre tipi: spionaggio, in cui basterà trovare un luogo appartato in cui sedersi e origliare, pestaggio, in cui si otterrano informazioni a suon di pugni, e furto, con cui si seguiranno determianti soggetti per poi sfilare dalle loro tasche i documenti che si van cercando), si ottiene l'autorizzazione dal rappresentante della Confraternita in città, si uccide l'obiettivo e si scappa dagli inseguotori. C'è da dire che alla lunga il meccanismo risulta noioso, anche a causa della risibile difficoltà delle missioni, fattore, quello del basso livello di sfida offerto, in cui ormai i francesi di Ubisoft sono recidivi. Giusto per fare un esempio, ho iniziato ad avere grattacapi solo per l'uccisione dell'ultimo obiettivo, Roberto di Sable, ossia dopo nove ore piene di gioco e in prossimità della fine dell'avventura.

Oltre a questi difetti ludici, il primo episodio del brand ha anche grossi problemi tecnici. Premetto che ho giocato la versione PlayStation 3 del gioco, e sull'ammiraglia Sony il prodotto si presenta affetto da evidenti difetti visivi (per dirla in breve, l'aliasing -specialmente nelle fasi "moderne" e il tearing sono all'ordine del giorno) e da grandi lacune tecniche: continui freezing, che costringeranno a spegnere e riaccendere la console, parti dello scenario che non compaiono, personaggi non giocanti che appaiono all'improvviso, teste fluttuanti o incastrate nelle scalinate...potrei andar avanti ancora per un pezzo, ma già così mi sembra di aver reso bene l'idea.

Chiudendo, posso dire che Assassin's Creed, pur con la sua monotonia e i suoi problemi, non è un gioco pessimo, anzi la qualità della trama spinge a continuare a giocare, ma da quello che doveva essere il primo esempio di ciò che fosse possibile fare con le (allora) console next-gen, ci si aspettava molto di più dal punto di vista ludico e tecnico. In poche parole, un'occasione sprecata. Non fosse per il già lodatissimo aspetto narrativo, avrebbe avuto almeno un punto in meno.

[7,0]

Silent Hill 0rigins


Quella di Silent Hill è una delle saghe culto del mondo dei videogiochi. Nato in casa Konami alla fine degli anni '90, questo brand si caratterizza per la particolarità con cui si affronta la tematica horror: a differenza del suo grande concorrente, Resident Evil, Silent Hill pone volutamente in secondo piano sia un gameplay d'azione che il modo di suscitar terrore della linea di giochi di Capcom, per puntare su un sistema di gioco più ragionato e su atmosfere da horror/thriller psicologico, in cui a intimorire non sono, ad esempio, particolari momenti della sceneggiatura, ma il contesto visivo, le musiche, la perenne sensazione di vulnerabilità che si prova camminando per le strade della nefasta cittadina.

C'è da dire che, dalla scomparsa del Silent Team, responsabile dei primi quattro capitoli della saga, tre sono state le equipe di sviluppo che hanno cercato di mantenere la saga su un livello qualitativo altissimo: Double Helix (che ha fallito miseramente con Homecoming), Vatra (al lavoro su Silent Hill Downpour) e Climax, che invece ha saputo sfornare due episodi di tutto rispetto, uno più vicino agli stilemi della saga (l'0rigins che andrò a recensire) e uno più innovativo (quel Shattered Memories amatissimo dal sottoscritto), ma altrettanto terrificanti.

Silent Hill 0rigins, datato 2007, è stato a lungo una delle punte di diamante della softeca di PlayStation Portable, ha inoltre goduto di un porting sulla leggendaria PlayStation 2 e rappresenta l'ultima (sinora) vera iterazione del brand , ossia con tutti i pro e i contro che da sempre contraddistinguono la saga: da alcune locazioni riprese più volte, come il lugubre Ospedale Alchemilla o il Riverside Motel, alla tipica regia fatta di inquadrature ardite e insuali, passando per un bestiario a metà tra i sogni di un folle e quelli di uno psicopatico e le splendide musiche scritte da Akira Yamaoka.

A dire il vero, qualcosa di nuovo c'è: il mondo degli incubi non si manifesterà "volontariamente" e d'improvviso come negli altri capitoli, ma sarà possibile accedervi solo attraverso degli specchi. Questa feature potrebbe togliere qualche brivido dalla schiena al fruitore, ma tutto sommato il livello di ansia e di precarietà che si prova console alla mano è pressochè inalterato.

Come dice il titolo stesso, questa iterazione del brand vuole far luce sulla nascita della maledizione che affligge il paesino sulle rive del Lago Toluca e, nel farlo, metterà il giocatore nei passi di Travis Grady, camionista con un passato tragico alle spalle che, quasi per sbaglio, si imbatterà nei loschi figuri e nelle inquietanti pratiche svolte dai seguaci del Dio Samael. Complice una storyline incentrata non solo sui rituali del Culto, ma anche sul triste passato del protagonista, tale capitolo sarà anche un valido mezzo per indagare negli anfratti più scuri e misteriosi dell'animo e della psicologia umana (non mancano veri e propri concetti di psicologia nascosti tra le note che è possibile raccogliere nelle varie locations), oltre che un buon viatico per capire qualche particolare in più del primo (in ordine cronologico) Silent Hill, ormai datato 1999.

Chi si è trovato bene giocando ai precedenti capitoli della saga, con questo gioco sarà come ritornare a casa: infatti, come già anticipato, il gameplay è rimasto pressochè il medesimo dei primi quattro, sontuosi, episodi: una base di esplorazione e enigmi (alcuni veramente poco banali) conditi da combattimenti con mostri aberranti e inquietanti boss.

Alcune parti del mondo di gioco, seppur reiterate più volte nel corso degli anni -come l'Alchemilla- sanno ancora donare momenti di assoluta suspense, così come sanno fare le ambientazioni nuove. La sessione all'Arthaud Theatre, ad esempio, è semplicemente geniale, grazie anche al sapiente uso di dialoghi e citazioni tratte da La Tempesta di William Shakespeare, opera del grande drammaturgo inglese che, similmente al gioco Konami (fatte le dovute proporzioni, ovviamente) ha a che fare con la dicotomia tra realtà e dimensione onirica.

Senza elogiare troppo le musiche e gli effetti sonori, praticamente allo stato dell'Arte, sul versante tecnico 0rigins è un piccolo prodigio, con una grafica di buonissimo livello, che non sfigura nemmeno a distanza di anni, come in questo caso. Artisticamente, poi, seppure in linea col passato, il mondo della realtà nebbiosa e quello della realtà distorta sono ispirati e incutono la giusta dose di inquietudine.

A dire il vero, però, qualche difetto al gioco non manca: i boss fight sembrano fin troppo semplici se si usano con parsimonia le molte armi da fuoco sparse nel mondo di gioco: quasi come se ci si trovasse in un paradosso, è molto più difficile sopravvivere nei "livelli" piuttosto che lottando con i boss. Inoltre, dal punto di vista della longevità, l'opera dello Studio Climax è alquanto deficitaria: si potrà giungere ai titoli di coda in circa 4 ore. Ore intensissime, beninteso, ma che potrebbero far storcere il naso a molti degli acquirenti della prima ora. Io non lo considero un problema, ma mi pare giusto sottolinearlo.

Per tutti i fan, Silent Hill 0rigins è un capitolo imperdibile, e rappresenta sicuramente il miglior punto di partenza anche per i neofiti. Fossi in voi, lo comprerei in triplice copia. Non vorrei far arrabbiare Dahlia, il dottor Kaufmann e il malvagio Samael.

[8,5]

Appy Bunga



Lo scandalo Ruby-Gate sta investendo come un tornado la vita politica italiana, e per "celebrare" l'evento segnalo una particolare applicazione per IPhone chiamata Appy Bunga. Sostanzialmente, si tratta di poter fare foto con una caricatura del Premier Berlusconi in alcuni momenti storici della sua vita da statista (sostanzialmente, si potrà gridare con lui "Bunga Bunga!!" o ritrarsi con B. mentre fa il famoso gesto delle corna) per poi condividere gli scatti su Facebook.

L'app è gratis e sulle prime procura anche qualche risata. Nulla che meriti l'acquisto, ma pare stia spopolando. Se anche voi volete sentirvi uno dei tanti nipoti di Mubarak, correte sull'appStore.

domenica 6 febbraio 2011

The Onion Movie


Uno dei film demenziali migliori di sempre, assolutamente.

Scritto dalla redazione di The Onion, noto giornale satirico statunitense, e diretto da Tom Kuntz, il film fa suo il linguaggio comico di film come Scary Movie, Una Pallottola Spuntata e simili, ma ci aggiunge molto del suo.

Già, perchè The Onion Movie è una mordace critica alla società occidentale, un'accusa contro le corporations che canalizzano e alterano l'informazione, una denuncia di alcuni dei mali della società di inizi XXI secolo, come il divismo, l'ostentazione dell'omosessualità, le piaghe del terrorismo islamico.

Si può dire che la pellicola è proprio come il vegetale che gli offre spunto per il titolo, una cipolla: a prima vista film leggero, divertente e irriverente oltremisura (in tantissimi momenti mi sono ritrovato a piangere dal ridere), ma più lo si guarda, più ci si accorge che è pungente, sprezzante e feroce e parla della realtà più degli imbolsiti giornalisti che dalla torre d'avorio delle redazioni giornalistiche pretendono di descrivere gli eventi della vita reale.

Il mio consiglio è di vederlo assolutamente. Piratate, comprate il Dvd, comprate il Blu-Ray, fate quello che vi pare, ma guardatelo. Certo qualche gag potrebbe essere considerata fin troppo eccessiva, ma nel complesso l'opera saprà conquistarvi, farvi ridere e farvi pensare.

Per allungare la zuppa, vi aggiungo una delle mie gag preferite, quella sulla pop-idol Melissa Cherry, chiaro richiamo a Britney Spears.



[9,0]

The Arcore's Nights

Video divertentissimo, strepitoso, satirico... insomma, solo buoni aggettivi per questo musical all'italiana.
E chi lo disprezza, si spaccia per parente di Mubarak.