sabato 5 dicembre 2009

Planetes


Anni 70 del XXI Secolo: il sogno dell'uomo moderno, la conquista dello spazio, sta divenendo una realtà sempre più palpabile. Dopo le prime città lunari e marziane, gli scienziati terrestri stanno progettando la Von Braun, l'astronave che dovrà portare i primi umani su Giove, prossimo pianeta da cui estrarre le immense risorse energetiche necessarie all'umanità per sostenersi e progredire.

Su questo sfondo si snodano le vicende di Hachirota Hoshino, Fee Cartwright e Yuri Michailov, tre raccoglitori di Space debris, resti della corsa umana nello spazio profondo. I tre sono mossi dai sentimenti più diversi: Yuri fa questo lavoro nella speranza di trovare oggetti appartenuti alla moglie, morta in un incidente durante un volto extra-atmosferico e Fee lo fa per il puro piacere di farlo. Hoshino, invece, lo fa al fine di accantonare i soldi necessari per acquistare una nave spaziale, ma le sue priorità cambieranno prima con la possibilità di entrare a far parte dell'equipaggio della Von Braun, e poi con l'incontro di Ai Tanabe, esatto antipode di Hachirota: freddo, insensibile e razionale l'uno, emotiva e compassionevole l'altra. Li si potrebbe definire una riproposizione futura di Eros e Thanatos.

Opera prima di Makoto Yukimura, Planetes consta di soli 4 volumi, pochi ma di immensa qualtà, sia per quanto riguarda l'aspetto artistico (aspetto su cui l'autore ha lavorato moltissimo, soprattutto focalizzando l'attenzione sull'aspetto tecnologico-scientifico delle ambientazioni) che sotto l'aspetto dei contenuti. Il manga, infatti, propone storie, spunti e riflessioni degne dei migliori film e romanzi, ponendosi domande su tematiche fortemente attuali e destinate a diventarlo ancor di più in futuro, come la morte, l'egoismo connaturato nell'umanità, l'Esistenza di Dio, lo sfruttamento energetico selvaggio necessario per il proseguimento della razza umana, i confini tra scienza, etica e religione, il terrorismo e, non poteva mancare, l'Amore, che viene visto in modo piuttosto dantesco, che oltre che dare senso alla vita umana move il sol e l'altre stelle. Il tema ricorrente rimane comunque il rapporto tra l'uomo, essere finito e limitato, e l'universo, immenso e apparentemente inconoscibile, rappresentato dall'immagine-leitmotiv della vite persa nello spazio.

Una delle caratteristiche che rendono il fumetto così amabile è il perfetto equilibrio con cui sono dosati aspetti scientifici (credibili e frutto di una attento studio delle tecnologie moderne e dei loro potenziali sviluppi), fantastici e fantascientifici, ben implementati nell'intreccio. Nulla sembra incredibile o inventato di sana pianta, per intenderci. Tutto questo senza dimenticare la meraviglia del tratto di Yukimura, capace di regalare scorci di Spazio evocativi ed emozionanti.

Sebbene le storie (per la maggior parte autoconclusive) del manga affrontino temi seri e notevoli per un'genere letterario considerato a torto escusivo appannaggio di giovanissimi o nerd -che vengono affrontati con la dovuta profondità peraltro-, non mancano personaggi e situazioni inseriti per alleggerire l'atmosfera. Mirabile in quest'ottica è il personaggio dell'alieno condannato a vivere in un corpo umano, o il personaggio di Goro Hoshino, padre scavezzacollo e irresponsabile di Hachimaki.

Pur con dei difetti (dovuti più che altro all'impossibilità di proseguire la storia, dati soli 4 tankobon di cui è composta l'opera, e leniti in parte da un anime che approfondisce la storia, seppur modificando in parte alcuni aspetti della stessa) Planetes merita di essere letto non solo dai lettori abituali di fumetti, ma da chiunque, vista la qualità estremamente alta e i temi affrontati. Onestamente, lo considero il miglior manga che abbia mai letto sinora.

[9,5]

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