
Ultimamente sono molto attratto dai film sulla mala, specie se italiana. Motivo per cui mi sono avvicinato con molto hype a
Vallanzasca: Gli Angeli Del Male, film dello scorso anno diretto da Michele Placido, che già diresse un film magistrale come
Romanzo Criminale, che molta fortuna e consensi ha raccolto anche oltre confine. Un altro capolavoro?
Non del tutto. A scanso di equivoci,
Vallanzasca è un bel film, che intrattiene alla grande, ma sembra il fratello minore della pellicola tratta dal romanzo di De Cataldo. Inoltre, sembra anche un po' meno ispirato in sede di sceneggiatura, dove si è preferito concentrarsi sul personaggio del
bel Renè (come era soprannominato dalla cronaca) piuttosto che sugli altri. Decisione sacrosanta, ma a mio giudizio sarebbe stato più utile un maggior approfondimento dei rapporti tra i membri della banda.
La trama, come suggerisce il titolo, si incentra sulle imprese criminali di Renato Vallanzasca, dalla quasi mitologica spedizione volta a liberare le tigri da un circo, ancora bambino, passando ai furti da ragazzino fino all'affermazione definitiva come uno dei criminali più potenti d'Italia. La sceneggiatura e la regia fanno apparire
Renè come una sorta di antieroe pop, una deviazione dell'ideale di Robin Hood. E la scelta premia, perchè mai come in questo caso il personaggio, con il suo entourage di scagnozzi, belle donne e amici fidati, ben si presta a una narrazione simile.
Da quel che conosco, il film è molto fedele alle vicende realmente accadute. Peccato però che a volte sembra che certe cose accadano senza un reale motivo, o meglio, senza adeguati indizi per capirne il motivo. Credo che per comprendere appieno la sceneggiatura sia necessario avere una conoscenza capillare dei fatti di cronaca dell'epoca (infatti, non poche volte è stato mio padre, classe '60, a darmi delucidazioni su ciò che avveniva su schermo).
Antieroe pop, dicevamo. E infatti è così. Dalla colonna sonora, alla fotografia, passando per i costumi, Renato è rappresentato come una sorta di divo del rock, di bello e dannato, con una morale contorta, ma sempre onesto e leale con se stesso e gli altri. A dare una forte credibilità al
bel Renè ci mette tantissimo del suo anche l'attore che lo interpreta, Kim Rossi Stuart, autore di una prova sontuosa (oltre che ad essere molto somigliante al Vallanzasca reale). Per quanto concerne il cast, da segnalare le apparizioni di Valeria Solarino nei panni di Consuelo, la madre del figlio del criminale, e Francesco Scianna, già visto nel non proprio indimenticabile
Baarìa di Tornatore.
Chiudendo, non si può dire che
Vallanzasca sia un brutto film, anzi, a parte qualche passaggio oscuro, è un bell'affresco sulla vita di uno dei fuorilegge più famosi della storia italiana, ma manca quel "qualcosa" che gli permetterebbe di essere un capolavoro.
[
7,5]