sabato 31 ottobre 2009

Italian Spiderman


C'era una volta, negli anni '60, un rampante uomo d'affari italiano divenuto ricchissimo grazie alle sue piantagioni d'arance, Alfonso Alrugo, desideroso di girare un film capace di dimostrare che anche nel Belpaese esistevano i supereroi. Supereroi di quelli veri, vestiti di tassuti attillati, con il mondo da salvare e una bella da Amare. Insomma, che hanno le star d'oltreoceano che noi paisà non abbiamo?

Spronato da questo irrefrenabile sentimento di rivalsa, Alfonso fondò la Alrugo Productions e mise in cantiere il più grande film dedicato ai supereroi mai concepito: Italian Spiderman. La produzione fu così complessa e i fondi stanziati così ingenti (il magnate sborsò l'allora esorbitante cifra di 15 milioni di Dollari) da ridurre Don Alrugo sul lastrico, proprio mentre era in procinto di terminare la post-produzione del film. La crisi del Re delle Arance si riversò anche sulla pellicola: L'Opera rischiò seriamente di non vedere la luce. Disperato e oramai in miseria, il Nostro decise di spedire via nave negli Stati Uniti una copia della pellicola, nella speranza di trovare un distributore. Purtroppo la nave affondò, e con essa il film. Il sogno di Alfonso Alrugo stava andando in frantumi.

La Storia, però, dà ragione ai pazienti e, all'alba del XXI secolo, il desiderio del morente Alrugo è diventato realtà: dopo mesi di ricerca sul fondo dell'Oceano Atlantico e un paio d'anni di restauro, i discententi del magnate italiano hanno potuto offrire al mondo via YouTube la visionaria opera del nonno, facendo conoscere la genialità del progetto e tributandogli i giusti meriti.

Peccato che tutto quanto fin qui scritto sia un falso storico, un espediente usato per far credere allo spettatore di trovarsi davanti a un prodotto più risalente rispetto alla reale data di realizzazione (similmente a quanto fatto da Umberto Eco per Il Nome della Rosa e Alessandro Manzoni per I Promessi Sposi). In realtà Italian Spiderman è un progetto amatoriale realizzato non più di due anni fa con pochi soldi ma molta volontà da un ristretto gruppo di ragazzi australiani impegnati in un progetto universitario votato alla creazione di un Trailer di un film in realtà inesistente. Visto il successo del trailer, i ragazzi decisero di dare corpo al mondo accennato nel breve filmato attraverso una mini-serie a episodi.

Diciamolo schiettamente: Se amate il trash anni '70 e '80 (recentemente omaggiato dal duo Robert Rodriguez - Quentin Tarantino con i film Planet Terror e GrindHouse - A Prova di Morte), "Italian Spiderman" entrerà nel vostro cuore.
Recitazione accennata, dialoghi al limite dell'accettabilità, musiche tipicamente Eighties, mancanza pressochè totale di uno qualsivoglia effetto visivo, fotografia scadente, trama ridicola. Non manca nulla di tutto ciò nel progetto amatoriale. Proprio queste deficienze lo rendono una piccola perla, capace di cogliere appieno lo spirito e lo squallore (solo apparente, per alcuni) di quel particolare genere cinematografico che tanto successo riscosse due decadi fa e che ebbe gloriosi potabandiera nelle commedie sexy con protagonisti i vari Alvaro Vitali, Edwige Fennech e Lino Banfi, negli horror di Lamberto Bava e nei film d'azione Made in Hong-Kong che lanciarono nel firmamento delle Star Internazionali un giovane e ancora sconosciuto Bruce Lee. Impresa che, ad esempio, non è riuscita a registi di ben altro lignaggio con budget colossali.

La trama vede il nostro connazionale, baffuto e piuttosto imbolsito (come vuole lo stereotipo estero dell'Italiano medio, ben ritratto anche dal personaggio di Super Mario), lottare contro Capitano Maximum, un criminale che vuole impossessarsi del potere moltiplicatore di un meteorite caduto sulla Terra e studiato dal Professor Bernardi e dalla bella nipote Jessica.
Tra lotte all'ultimo sangue, inseguimenti a bordo di moto rigorosamente italiane, evocazioni provvidenziali di pinguini, trasformazioni e spettacolari (si fa per dire) scontri a fuoco, L'Actione e il Supenso non mancano mai e, com'è da aspettarsi per questo genere di film, pur risultando palesemente rozzi spronano a continuare la visione.

Da notare poi, la "cura" messa dai ragazzi della Crew nei particolari di contorno: i personaggi parlano in italiano (maccheronico, ma pur sempre italiano), le musiche sono fenomenali (nell'ottica della parodia) e l'uso degli stereotipi non è scontanto nè tantomeno offensivo.

Da vedere? sicuramente sì, in ogni caso. Se siete fan del trash, rimarrete estasiati dinanzi a cotando decadente splendore; se non lo siete, troverete comunque apprezzabile il lavoro amatoriale e, molto probabilmente, vi divertirete pure.

Ecco il Trailer che diede avvio alla leggenda.



[8,5]

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