
Per i più il suo nome sarà totalmente anonimo, ma Goichi Suda nel mondo dell'entertainment videoludico è un personaggio molto discusso. C'è chi (come il sottoscritto) lo considera un genio, chi un ciarlatano, chi semplicemente un buon mestierante. Game designer poliedrico e non convenzionale, riuscì a stupire il mondo prima con il controverso Killer 7, e poi con un gioco solo in apparenza più classico come Contact. La fama però arrivo con No More Heroes, uscito nel 2008 per Nintendo Wii e di cui è in arrivo, oltre che una riedizione per console HD, un seguito dal sottotitolo Desperate Struggle.
Ispirato al film cileno degli anni Settanta El Topo, Il gioco ci mette nei panni di Travis Touchdown, un otaku di Santa Destroy, città immaginaria della costa Ovest degli Stati Uniti, che in seguito all'acquisto di una katana laser su Ebay (!) -con susseguente relativa mancanza di denaro- e all'incontro con la seducente Sylvia Christel si troverà coinvolto in una scalata al trono di Assassino numero Uno al mondo. Per raggiungere il tanto agognato traguardo, Travis dovrà uccidere i primi 10 assassini di un apposito ranking redatto dalla UAA (United Assassins Association).
Oltre alla trama delirante e trash al punto giusto, altri due sono i punti forti dell'esperienza ludica: il gameplay e l'atmosfera che permea il prodotto. Partendo da quest'ultima, si potrebbe dire che non c'è altro modo di definirla se non "punk": tutto il gioco, dalla grafica ai dialoghi, sembra essere un prodotto grezzo e rabbioso ma dotato di una indubbia personalità e di cura di fondo. So che potrebbe apparire un'affermazione ossimorica, ma la sensazione che il gioco da è proprio quella: nulla del setting e della realizzazione artistica sembre essere lasciato al caso. Tali sensazioni sono poi fortificate sia dalla colonna sonora (che mischia rock alternativo e sonorità sintetiche in modo magistrale) che da indubbie citazioni sparse per la città (tant'è vero che ce n'è una precisa ai Sex Pistols), oltre che dalla direzione artistica, tanto per le scelte cromatiche quanto per la vera e propria realizzazione tecnica.
Quanto al Gameplay, ci si potrebbe limitare a dire che si tratta, nella sua semplicità, di uno dei sistemi di comabattimento più freschi e coinvolgenti degli ultimi anni: l'accoppiata wiimote + nunchuck verrà utilizzata per una discreta varietà di mosse, che vanno dai colpi semplici (eseguibili premendo il tasto "A") alle mosse di wrestling, da porre in essere muovendo i controller. Anche la fase di ricarica della spada laser sarà eseguibile scuotendo il Wiimote, particolare che porrà il giocatore in un momento di stress dovuto alla mancanza di difese. Dalla forma scritta non si direbbe, ma posso garantire che si tratta di un'esperienza unica, soddisfacente e adrenalinica. Da sola, questo sistema di gioco meriterebbe un 10 pieno.
Ma il gioco, per quanto divertente, non si giudica dal solo elemento preponderante del gameplay: la potenziale perfezione del titolo è gravemente minata da difetti sia di natura tecnica che ludica. Da un lato, il gioco è affetto da un ossessivo pop-up nella fase di free roaming. Inoltre, Santa Destroy è fin troppo desolata e disabitata se paragonata a giochi come un qualsiasi Grand Theft Auto old-gen. Dall'altro, il ritmo di gioco risulta fin troppo spezzettato dalla necessità di dover raccogliere sempre più ingenti somme di denaro per "pagare l'iscrizione" alla sfida con ogni Assassino, necessità colmata (si fa per dire) con una serie di missioni secondarie e possibilità di lavoro, che per quanto simpatiche appaiono fin troppo ripetitive e ripetute.
Chiudendo il post, di No More Heroes si può dire che si tratta di un gioco potenzialmente sontuoso ma fin troppo imperfetto: con un pò di cura (e di fondi in più) si sarebbe potuto avere tra le mani un vero e proprio capolavoro invece che "solo" un gioco cult.

[8,5]
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