giovedì 4 marzo 2010

10000 A.C.


Un film sulla preistoria: un'impresa tanto affascinante quanto difficile, sia per la difficoltà di riproporre un setting così risalente nel tempo, sia per le effettive poche conoscenze che si hanno sulle popolazioni primitive.
Terrence Malick abbandonò il progetto che aveva iniziato con "Q" proprio per questi motivi.
Roland Emmerich invece va fino in fondo nell'impresa e, forte delle tecnologie moderne, temporaneamente abbandona il filone dei disaster movies che l'hanno reso celebre si dedica a 10000 A.C..

L'idea di fondo potrebbe essere fantastica: ricostruire la vita di quasi dieci millenni fa, magari concentrandosi sulla vita quotidiana, approfondire le loro conoscenze in campo tecnico e le le loro credenze religiose. Potrebbe uscirne un capolavoro. Potrebbe, visto che il film di Emmerich tutto appare fuorchè fedele riproposizione (o almeno fedele "ambientamento") della vita umana ai suoi arbori.

Tanto per cominciare, i personaggi sembrano tutti troppo Pop, vestiti di pelli conciate e abbinate e con capelli più vicini alle capigliature afro-giamaicane di oggi che non alle ipotizzabili chiome irte degli antenati. Inoltre, non fosse per qualche mammuth o qualche tigre dai denti a sciabola e qualche raro riferimento a una non meglio precisata credenza panteista, la pellicola nemmeno sembrerebbe ambientata nell'età della pietra: un difetto particolarmente grave per un film che dovrebbe fare del setting e della cura per i dettagli storici il suo punto di forza.

A livelli di trama siamo alle solite: storia d'amore scontata con la Bella di turno rapita dai servi di un Dio malvagio e il giovane costretto a diventare eroe suo malgrado per salvare la sua amata. Il brutto è che è tutto fin troppo scontato e telefonato per coinvolgere minimamente lo spettatore.Nemmeno le tante citazioni rivolte ad altri film come Il Signore Degli Anelli salvano la baracca. Altro difetto grave.

Personalmente mi sento di salvare solo l'aspetto tecnico, composto da effetti speciali credibili e creature animate in modo certosino. Null'altro da segnalare, se non che si trova davanti a una grossa occasione sprecata. Sia per il pubblico che per Emmerich.

[5,0]

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