
La notizia l'abbiamo letta tutti e ha fatto molto scalpore, oltretutto ha gettato il sottoscritto in uno stato di esaltazione e contentezza come non accadeva da anni.
Craig Venter, scienziato divenuto famoso per aver mappato il genoma umano nel 1995, oggi pubblicherà sulla rivista Science i risultati della sua ricerca riguardo alla possibilità di creare forme di vita artificiali. Il nostro ce l'ha fatta, "innestando" all'interno di un batterio svuotato del suo DNA un DNA costruito in laboratorio composto da un milione di elementi. Inoltre, il batterio ha iniziato ad autoriprodursi.
Questa potrebbe essere la scoperta in grado di dare il via ad una nuova fase per la ricerca scientifica e la storia dell'umanità: l'uomo avrebbe in concreto la possibilità di creare la vita, come un moderno dottor Frankenstein. Certo il batterio ibrido ha una struttura cellulare molto elementare, Si può fare.
Come tutte le scoperte, anche questa ha la caratteristica di essere potenzialmente tanto deleteria quanto salvifica per l'uomo. Salvifica perchè, a detta dello stesso Venter, si potrebbero creare organismi in grado di assorbire l'anidride carbonica, rallentanto il fenomeno del global warming, ad esempio. Le applicazioni sono potenzialmente infinite. Al contrario potrebbero essere deleterie in quanto si potrebbe instaurare un sistema oppressivo e distopico capace di creare in vitro esseri "perfetti". (Scusate la ripetitività, chi mi legge su forum e facebook se ne sarà accorto, ma l'immagine dei bimbi creati in laboratorio del libro Il Nuovo Mondo di Aldous Huxley mi balena nella mente sin dal momento in cui ho letto della sensazionale scoperta).
Infine, come sempre, la scoperta di Venter (non a caso più volte accusato di giocare ad essere Dio) pone un sacco di domande, sia etiche che filosofiche. Domande inerenti Dio, l'anima, il senso della vita di questi surrogati di forme viventi, la giustizia o meno dell'usufruire per il proprio tornaconto di quelle creature. Onestamente sono molto più interessato a questa sfaccettatura del problema che non alle concrete possibilità offerte dalla ricerca. La faccenda si fa dannatamente interessante.
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