
Una sola parola: Magnifico.
Il film di Aronofsky, Leone D'Oro a Venezia due anni fa, nonostante una sceneggiatura non originalissima ma ben raccontata, narra gli anni più oscuri di una stella della lotta libera che, dopo i fasti degli anni '80, si ritrova colpito da un infarto, solo e in stato di indigenza. Si tratta di una storia dai pochi alti e molti bassi, causati soprattutto dall'incapacita di Randy "The Ram" (il personaggio protagonista) di vivere una vita normale, incapacità che lo porterà a perdere per la seconda volta l'affetto della figlia e ad autodistruggersi nonostante gli evidenti limiti del proprio fisico.
Più che la regia (a tratti documentaristica) o la colonna sonora, vero e proprio omaggio ai Guns'n'Roses con un pizzico (e che pizzico) di Bruce Springsteen, il vero valore aggiunto di questo film è la qualità delle recitazioni: Mickey Rourke è semplicemente perfetto, tanto da essersi meritato un Golden Globe, una nomination agli Oscar e aver sfiorato la Coppa Volpi; Marisa Tomei, nei panni di una spogliarellista in fase calante, sembra tornata ai fasti di inizio carriera; Evan Rachel Wood, per quanto rivesta un ruolo marginale nel film è, come sempre, ben calata nella parte.
Fosse anche solo per ammirare la struggente interpretazione delle tre stelle, questo film va assolutamente visto.
[9,0]
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