
L'esplosione delle due bombe atomiche sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki verranno sempre ricordate, oltre che come atto finale della Seconda Guerra Mondiale sul fronte del Pacifico, come uno dei momenti più cupi e al contempo inquietanti della storia dell'Uomo, un momento in cui la scienza vendette l'anima al Diavolo, un momento in cui la possibilità di autoestinzione dell'uomo divenne concreta, portando poi le generazioni successive a vivere nell'ansia che un tale apocalittico avvenimento potesse avverarsi.
Il lancio di Little Boy sulle metropoli nipponiche è anche lo spunto che ha ispirato Fumiyo Kono a disegnare le due storie di Hiroshima: Nel Paese Dei Fiori Di Ciliegio, fumetto del 2004 che ha raccolto consensi di pubblico e critica sia in patria che all'estero, arrivando ad ottenere due nomination per gli Eisner Awards e a vincere il premio letterario del New York Times come fumetto dell'anno 2007.
Iniziamo col dire che, pur essendo un manga del 2003, Hiroshima sembra provenire da altri tempi. Sia per il tratto delicato e a momenti incerto dell'autrice, che per l'uso della sola china nel dipingere le Tavole (eccezion fatta per gli artwork ad acquarello), Il manga pare quasi un prodotto degli anni '60, scelta stilistica in linea con il setting temporale (siamo nel 1955) dell'albo.
La due storie vedono protagoniste due ragazze, l'una sopravvissuta alla deflagrazione e l'altra nipote di un sopravvissuto, che vivono in perenne ricordo della tragedia, la prima attraverso ciò che hanno visto i suoi occhi e le sofferenze del suo corpo, la seconda per via degli strani comportamenti del nonno e la malattia degenerante del fratello, ma che in ogni modo cercano una ragione per continuare a vivere nel modo più normale possibile. Ciò che mi ha colpito delle storie è l'attenzione della Kono all'aspetto umano più che "tecnico" della tragedia: l'autrice infatti si è soffermata molto sui pensieri e le "barriere mentali" e umane con cui le due giovani donne convivono. Questo espediente crea un'atmosfera sospesa nel tempo e nello spazio, un'atmosfera che traballa tra il passato (i ruderi dell'Atomic Dome in tale ottica sono illuminanti) e il presente, tra l'espiazione del dolore e la ricerca della felicità che dà lustro e fascino al racconto, facendo continuamente ricordare al lettore la bomba, invisibile ma presente, come una sorta di fantasma che attanaglia gli animi dei sopravvissuti, incapaci di fronteggiarne la portata distruttiva ad armi pari.
Certamente, per chi è abituato a leggere manga più commerciali come OnePiece o Bleach, l'opera di Kono apparirà scialba, senza mordente e a tratti noiosa, ma se si vuole qualcosa in più rispetto ai combattimenti all'arma bianca o alle gag divertenti e (soprattutto) se si vuol leggere qualcosa di lontano dalle regole del mercato e più vicino a una vera e propria opera d'arte letteraria, Hiroshima è un acquisto obbligato e soddisfacente, che saprà commuovere e far pensare.
Non lo premio con un altisonante 10 solo perchè, nonostante l'altissimo livello di qualità, è veramente brevissimo, nemmeno 100 pagine.
[9,5]
Intrippante, ma ma quanto costa?
RispondiEliminaPer il volumetto che è, parecchio: 10 Euro!
RispondiEliminaPerò l'edizione è bella, copertina di cartoncino e tre pagine a colori.