mercoledì 8 settembre 2010

Sakineh, quanta ipocrisia


Il caso ormai è sulla bocca di tutti da giorni: Sakineh Astani, una donna iraniana di 43 anni, potrebbe essere lapidata da un momento all'altro (anche se, dinanzi alle pressioni dell'Occidente, la pena è stata sospesa) con l'accusa di adulterio e per aver (secondo le indagini processuali) collaborato all'omicidio del marito.
Ovviamente, levata di scudi da parte dell'opinione pubblica occidentale, lamentando violazioni dei diritti umani (giustissimo) e chiedendo che la pena non venga inflitta. A questo bailamme si sono uniti l'Avvocato della donna e i figli, che continuano a chiedere, come è ovvio che sia, libertà per loro madre.
L'Iran, dal canto suo, attraverso i giornali del Regime, sputa anatemi e insulti contro i personaggi che si espongono a favore di Sakineh (basti vedere il "moralmente corrotto" rifilato a Berlusconi e l'appellativo "puttana italiana" scagliato a Carla Bruni).


Detto questo, ognuno è libero di pensare e dire ciò che vuole, io stesso sono contrario sempre e comunque alla pena di morte, ma mi domando però perchè tutto questo clamore sul caso Sakineh, quando ogni giorno a centinaia di persone viene comminata l'esecuzione capitale.

Perchè è una donna? può essere, soprattutto perchè la percezione pubblica della cosa è che Ella sarà uccisa per aver tradito il marito, fatto ormai "accettato" nelle società occidentali. Ricordiamoci però che la donna, stando ai capi d'accusa, ha anche partecipato all'assassinio del marito, ergo la situazione cambia di non poco, in quanto per entrambi i casi (adulterio e omicidio) la Legge iraniana prevede la pena di morte.

Secondo me, tutto questo vociare è stato messo in piedi sì perchè morirebbe in un modo umiliante e lesivo dei diritti umani, ma non è la motivazione principale. Altrimenti, dovremmo scandalizzarci allo stesso modo per le migliaia di persone che in Cina si vedono negati i diritti umani ogni anno e muoiono nel disinteresse dalla Comunità Internazionale, oppure dovremmo alzare le barricate e sfilare tutte quelle volte in cui nei democraticissimi USA avviene un'esecuzione capitale, cosa che, ahimè, non capita sovente di vedere.
A mio avviso, il caso fa rumore perchè si verifica in uno Stato Islamico (oserei dire fondamentalista) che dal Maggio del 2009 si sta trasformando in un Regime e in cui ai capi politici e religiosi piace fare il muso duro con gli occidentali infedeli.
Dai brogli delle elezioni alle vicende inerenti lo sviluppo dell'uranio impoverito, passando per i proclami di morte ad Israele e alle dichiarazioni rese da Mahmud Ahmadinejad, sono molti i fatti che stanno creando una spaccatura (quanto sanabile, lo dirà solo il tempo) tra Iran e Resto del Mondo, e temo che il caso Sakineh sia stato strumentalizzato, col fine di mostrare all'opinione pubblica quanto il regime di Ahmadinejad sia cruento e plagiato dal fanatismo religioso, un pò come accadde al Festival di Cannes del 2009, con Juliette Binoche a pianger lacrime in favor di telecamera per Jafar Panahi, a cui Teheran impose di non girare altri film perchè nemico dello Stato.
Penso che la mia tesi possa essere avvalorata dal fatto che il caso fa molto più rumore rispetto ad altri che avvengono in Stati "amici" (come le già ricordate esecuzioni nel cosiddetto Mondo Libero) o in luoghi in cui non c'è alcun interesse politico ed economico (come è avvenuto per l'esecuzione di due uomini accusati di omosessualità nel Malawi qualche mese fa, qualcuno ne ha parlato con lo stesso fervore di questi giorni?), dopotutto, l'Iran è il quinto esportatore al mondo di petrolio, e ha i secondi giacimenti più grandi del globo.

Con questo intervento non sto appoggiando la linea di Teheran piuttosto che le azioni di Roma, Parigi o del Vaticano, sto solamente sottolineando quanto sia esagerata l'attenzione dei media, di quanto la gente sia suscettibile, di come (a mio parere) si stia trasformando una battaglia giusta ma eccessivamente zelante per i diritti umani in un evento di caratura politica e diplomatica.

2 commenti:

  1. Interessante spunto. Oserei azzardare anche l' ipotesi che la prossima guerra sarà in Iran. Al momento magari stanno cercando di demonizzare all' inverosimile il già di per sé demoniaco Ahmadinejad, che magari diverrà il nuovo Saddam.

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  2. Lo penso anche io, che la prossima guerra sarà contro l'Iran, intendo. il problema è che Ahmadinejad non è Saddam, questo le armi nucleari le ha per davvero e non si farebbe scrupoli nell'utilizzarle.

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