giovedì 11 novembre 2010

Il caso Pompei



Penso non ci sia bisogno che riassuma i contenuti di una vicenda che ha del vergognoso, tutto il mondo ha visto, tutto il mondo sa. Premetto che la mia più che un'analisi o un'opinione, è uno sfogo, in quanto ha dello scandaloso che, in un Paese che davanti al mondo si vanta dei suoi monumenti, della sua arte, della sua cultura passata (perchè su quella presente e quella futura nutrire dubbi è lecito) succedano casi come quello avvenuto lo scorso sabato a Pompei.

A dar toni ancor più tristi alla faccenda si aggiunge la pratica italianissima dello scaricabarile, col Ministro Bondi che si presenta in aula a fare il finto tonto, a dire che lui non ha responsabilità, che i crolli non sono imputabili al taglio dei fondi.

Possibile che la carenza di fondi possa incidere poco, peccato che la gestione e la manutenzione (se così la vogliamo chiamare) di Pompei sia in perdita mediamente di tre milioni di Euro l'anno, e quindi senza stanziamenti statali congrui e un piano per attrarre un numero maggiore di turisti è logico che qualcosa possa andare per il verso sbagliato. Poi però, quando succede, da buoni italiani nessuno ha il coraggio di ammettere l'errore. Non di dimettersi, di ammettere lo sbaglio, perlomeno.

Sempre sul tema, mi sento di criticare il commissariamento degli scavi provveduto qualche anno fa. Se c'è qualcosa che hanno insegnato i vari commissariamenti predisposti dal potere governativo italiano nell'ultima decade (incluso il post-terremoto a L'Aquila) è che si attuano sempre misure-tampone, buone per far parlare bene i telegiornali e per far bella figura nell'immediato, ma che mancano di lungimiranza e di una concreta pianificazione a lungo termine. Stessa cosa è avvenuta a Pompei dal 2001 a questa parte, come testimoniano i vari esposti di Legambiente all'Unesco (che a fine mese manderà ispettori presso gli scavi campani) e le forti critiche che da anni organizzazioni come National Geographic muovono sui lavori di restauro.

Giusto per fare un esempio positivo, a Roma si era preparato nel periodo post-giubileo un piano pluriennale per il restauro completo del Foro romano. Ci stanno lavorando dal 2002, ed entro dicembre i lavori saranno ultimati in modo defintivo, il tutto con un piano efficiente e preciso al minuto, facendo aumentare i flussi di visitatori (quindi le entrate) e pesando pochissimo sulle tasche pubbliche. Addirittura, per la messa in sicurezza del terzo ordine di arcate Colosseo (danneggiate dal sisma aquilano), su 264 mila euro messi in preventivo se ne sono spesi 250. Nemmeno sembra si stia parlando di Italia...

Sulle presponsabilità del ministro poeta non ho dubbi, lui, almeno oggettivamente, è responsabile di quanto avvenuto. Non si capirebbe perchè il ministro dei trasporti sia reponsabile di un treno deragliato e lui non del crollo di un edificio storico. Forse umanamente sarà ingiusto chiederne le dimissioni, ma politicamente è più che giusto.

Per chiudere, vorrei sottolineare che la cosa che più mi ha umiliato e fatto vergognare di essere italiano è stato vedere il mio paese che si fa compatire dalla comunità internazionale, con il Belgio che si propone di aiutare lo Stato Italiano nella salvaguardia del proprio patrimonio culturale. Veramente disarmante.

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