
Se è vero che il cane è il miglior amico dell'uomo, quella di Hachiko è forse la storia più emblematica e meglio adatta a descrivere questo rapporto ancestrale.
Il vero Hachiko nacque in Giappone negli anni '20 e divenne famoso in tutta la nazione (e anche al di fuori dei confini dell'Impero) per aver atteso il suo padrone, morto sul posto di lavoro a causa di un ictus, tutti i giorni per dieci anni alla stazione di Shibuya, nella vana speranza di vederlo tornare. Il cane, un Akita Inu, divenne così simbolo del legame di amicizia e fedeltà che è in grado di instaurarsi tra uomo e cane, tanto che in occasione della sua morte (avvenuta sempre alla stazione in cui attendeva il padrone) il Giappone fu coinvolto in una grandissima commozione e, per onorare un così sincero amico, si decise di dedicargli una statua in bronzo, situata nel luogo dove Hachiko si sedeva ogni giorno in attesa, e il cane fu sepolto accanto alla tomba del padrone.
La storia di Hachiko ebbe una risonanza tale da vedersi dedicare un film nipponico del 1987, Hachiko Monogatari e da essere ripresa in molte altre produzioni, basti pensare all'episodio Cuore di Cane di Futurama o al videogame The World Ends With You.
Proprio la pellicola dell'87 è stata la base su cui si è sviluppata l'idea di Hachiko - Il Tuo Migliore Amico, film datato 2009 e diretto dallo svedese Lasse Hallstrom.
La prima grande differenza tra la storia vera e il film del regista di Chocolat consiste nel fatto che il setting non è il Giappone degli Anni '30, bensì il Rhode Island della fine degli anni '90. Inoltre, nel raccontare la vita del cane, gli sceneggiatori si sono presi ampie licenze, inserendo un contesto famigliare molto lontano da quello originario (unico punto in comune, il fatto che il proprietario dell'Akita fosse un professore universitario). Nonostante ciò, il nucleo essenziale, incentrato sul profondo sentimento che legava animale e umano, rimane intatto e, proprio come nella realtà, non ci si può non commuovere dinanzi a una storia simile. Personalmente, pensare che il cane sia rimasto in attesa del padrone fino alla morte, nonostante la possibilità di vivere tranquillamente col resto della famiglia, mi ha colpito moltissimo, considerando anche il fatto che gli Akita sono cani molto particolari, che raramente, per non dire mai, si affezionano in modo così viscerale all'uomo.
Nel cast, composto quasi totalmente da attori di secondo piano, spicca il nome di Richard Gere, alla seconda collaborazione con Hallstrom dopo The Hoax, film che ha saputo rilanciare la carriera dell'attore. Nonostante l' interpretazione di Gere non sia di livello assoluto (così come quella dei comprimari, tra cui è presente Sarah Roemer, divenuta famosa con Disturbia) e la regia non spicchi per maestria od originalità -come sempre, quando si parla di Hallstrom- se non per l'idea di mostrare alcune sequenze con gli occhi del cane, e il resto della produzione si attesti su livelli accettabili -dalle musiche, ben adatte ai toni del film ma eccessivamente didascaliche, alla fotografia, in linea con la pochezza della regia di Hallstrom- Il film sa intrattenere e intenerire, proprio in virtù della peculiarità del tema, tanto banale nella teoria quanto eccezionale nella pratica.
Potrebbe sorgere un eventuale confronto tra questo film e altre pellicole dedicate al rapporto cane-uomo, come lo splendido Antarctica o Io & Marley. Secondo me il raffronto è sbagliato, perchè ognuno di questi film ha un linguaggio e un modo di approcciarsi al tema in modo differente. A modo suo, ognuno di questi film merita di essere visto se si è amanti dei cani, ma è innegabile che quello più banale (almeno dal punto di vista della sceneggiatura) è proprio Hachiko.
[6,0]
Non ne ho visto nemmeno uno di questi film uomo-cane, mi stanno sulle balle per principio. Devono sempre puntare sul fattore pietà, anche facendolo morire (sempre!).
RispondiEliminaVero, ma solo in parte. Io stesso mi commuovo alquanto con queste storie (molto più che con le storielle d'amore), ma se riesci prova a vedere Antarctica, una storia vera con la musica di Vangelis.
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