mercoledì 26 gennaio 2011

Enslaved: Odyssey To The West


Qualcuno faccia sapere a Ninja Theory che non basta una sontuosa veste artistica o una buona trama per fare un videogioco. Dico questo non per disprezzo, perchè le potenzialità del team ci sono e si vedono, ma finchè non capiranno che l'aspetto ludico deve essere preponderante rispetto alla cosmesi, rimaranno degli eterni incompiuti.

Tra gli aspetti meglio riusciti del gioco bisogna sicuramente inserire la trama, frutto della penna dello sceneggiatore di The Beach e 28 Giorni Dopo, ripresa da una leggenda cinese e inserita in un contesto futuristico post-apocalittico, in cui vestiremo i panni di Monkey, un uomo preso prigioniero da una organizzazione schiavista chiamata Pyramid, riuscito a fuggire dalla nave volante che lo stava trasportando verso una destinazione ignota il quale, con l'aiuto/minaccia della giovane Tripitanka, intraprenderà una vera e propria odissea prima verso il villaggio della rossa co-protagonista, poi verso la sede di Pyramid, per scoprire la verità sulle misteriose finalità dell'impresa. Il finale del gioco è assolutamente strabiliante e non mancherà di spiazzare e lasciare piacevolmente sorpreso il giocatore. Nel vederlo, mi è balenata nella testa una scena di Matrix, ma non dico null'altro per non rovinare quello che è l'aspetto più scintillante del prodotto Namco.

Molto belli anche gli scenari di gioco, con scorci assolutamente fenomenali, come il villaggio tra le montagne o la decadente New York invasa dalla vegetazione.

Purtroppo, i punti forti dell'offerta sono tutti qui, e sono stato fin troppo buono, se pensiamo che alcuni elementi dello sfondo e delle strutture di gioco si caricano in netto ritardo rispetto agli altri (problema classico dell'Unreal Engine, il motore grafico che muove il gioco, diranno i supporters, fatto sta però che la cosa non è assolutamente gradevole) e che le ombre dei protagonisti sono inguardabili, per quanto squadrate appaiono. Due difetti non da poco che vanno ad intaccare la bellezza visiva di Enslaved. A rincarare la dose ci si mette un sonoro tecnicamente non all'altezza (sintomo di poca cura nelle fasi finali dello sviluppo) ed eccessivamente ripetitivo, tanto negli effetti sonori quanto nella musica che accompagna gli eventi.

Pure i personaggi non sono granchè: Monkey è un incrocio tra Robbie Williams (esempio di "maschio attraente" per il team di sviluppo) e il cantante degli Empire Of the Sun, Tripitanka esteticamente è bellissima, ma sembra la cugina con le lentiggini di Nariko, main character della precedente fatica dello studio statunitense, Heavenly Sword; Pigsy è l'unico personaggio ben caratterizzato, ma talmente odioso e protagonista di momenti assolutamente inconcepibili e inserite solo per allungare la brodaglia (di per sè nemmeno lunghissima, in 10-13 ore si chiude la pratica, in linea con la maggioranza delle produzioni odierne).

Ma la cosa più imbarazzante di Enslaved, al di là di problemi tecnici e un cast non all'altezza, è il suo gameplay. Se già il livello di sfida è pressochè inesistente, tra segnali luminosi che indicano la via da seguire, nemici poco impegnativi e boss Fights senza intensità (c'è da ammettere che Ubisoft in questo campo ha fatto scuola), ancora più triste è la struttura platform, ripresa un pò da Prince Of Persia e un pò da Uncharted, solo molto più banalizzata. Certo, alcune trovate sono molto carine (come la possibilità di cooperare con Trip per superare determinate sessioni o i poteri magici della Nuvola e del Bastone di Monkey), ma troppo marginali per influire in modo incisivo sul gioco. Decisamente meglio la fase shooter, che comunque non aggiunge nulla di nuovo rispetto a quanto proposto da un Gears Of War qualunque. Se pensiamo che all'E3 gli sviluppatori se ne uscirono dicendo "Enslaved sarà colorato come Super Mario Galaxy, Realistico come Gears Of War e dinamico come Uncharted", non si può bollare la loro dichiarazione come un epic fail.

Spezzando una lancia a favore del gioco, c'è da dire che comunque l'esperienza di gioco è gradevole, e che il mistero di Pyramid potrebbe rappresentare più di un pretesto per continuare a giocare. E' innegabile tuttavia che Enslaved: Odyssey To The West rappresenta un'occasione persa, con un pò di cura in più sarebbe stato un gioco ottimo, e non solo la mediocre copia carbone di altri giochi che è.

[7.0]

Nessun commento:

Posta un commento