
La prima volta che ebbi l'opportunità di vedere un trailer di Assassin's Creed, all'epoca ancora nominato semplicemente Creed, ebbi l'impressione di trovarmi davanti a un Grand Theft Auto medievale, con l'aggiunta della possibilità di scalare pressochè tutti gli edifici della città.
Quelle vecchie premesse (vecchie perchè stiamo parlando del 2003, e il gioco uscì nel 2005) sono state mantenute solo in parte: ci sono grandi e bellissime città da esplorare anche in verticale, unite tra loro da una zona (il Regno) ricca di piccoli insediamenti o fortificazioni militari, c'è una trama appassionante e un protagonista ben caratterizzato. Ma, c'è un ma. Manca la varietà di situazioni di GTA e, per assurdo, le molteplici possibilità offerte dalle città non vengono sfruttate per nulla. Tanto che, se si escludono le centinaia di collectibles sparse per il mondo di gioco (si tratta di effigi e bandiere delle diverse fazioni in lotta tra loro, sostanzialmente), rimane poco da fare al di fuori della quest principale, che impegnerà per una decina d'ore l'utente.
Trama e protagonista di livello, dicevamo. Vero, verissimo, si potrebbe dire che la stragrande maggioranza del fascino di un gioco monco e incompleto nel piano di sviluppo come questa produzione Ubisoft sta in questi due fattori uniti all'ambientazione, costituita essenzialmente dalle tre città di Damasco, San Giovanni d'Acri e Gerusalemme, a cui vanno ad aggiungersi il villaggio di Masyaf e i succitati piccoli agglomerati sparsi per il mondo di gioco. Le tre "metropoli" sono riprodotte fedelissimamente, ed è impossibile non rimanere impressionati dal lavoro degli artisti e dei programmatori. Secondo me, al città meglio riuscità è l'attuale capitale della Siria: confesso che più di una volta, dall'alto di un minareto, sono rimasto parecchi minuti ad ammirare il paesaggio sottostante. Il fascino del setting viene poi amplificato dalla colonna sonora di Jesper Kyd, mai invasiva e ben inserita nel contesto.
Riprendendo il filo del discorso, La storia è ambientata negli ultimi giorni del 2012 e vede per protagonista un giovane barista, Desmond Miles, rapito e segregato nei laboratori di una multinazionale che, attraverso un misterioso macchinario, vuole risalire alla vita degli antenati del nostro, in particolare di Altair, membro della Confratenita degli Assassini vissuto durante gli anni delle Crociate, al fine di scoprire dove e come recuperare degli strani manufatti chiamati "Frutti dell'Eden". Tuttavia, il vero fulcro dell'azione non è il nostro futuro prossimo, bensì il passato: le sessioni in cui si controllerà Desmond saranno solo meri intermezzi utili per chiarire sfumature della trama. Il punto forte dell'esperienza consiste negli eventi avvenuti all'epoca di Altair, ovvero nel pieno della Terza Crociata, con Riccardo Cuor di Leone e Saladino a fronteggiarsi sui campi di battaglia di Jaffa. Come detto, Altair è membro degli Assassini, fazione contrapposta a quella dei Templari, e la missione dell'antenato mediorientale è quella di fare fuori i nove capi della setta nemica, i quali mirano a manovrare gli esiti del conflitto e i destini dell'umanità a loro piacimento. Ma, come viene costantemente ripetuto dai prelati della Confraternita, "Nulla è reale e Tutto è lecito", quindi tradimenti e colpi di scena non mancheranno nell'affrontare le missioni.
Gli omicidi sono così strutturati: Si va in città, si svolgono le indagini (a tal proposito, ce ne sono tre tipi: spionaggio, in cui basterà trovare un luogo appartato in cui sedersi e origliare, pestaggio, in cui si otterrano informazioni a suon di pugni, e furto, con cui si seguiranno determianti soggetti per poi sfilare dalle loro tasche i documenti che si van cercando), si ottiene l'autorizzazione dal rappresentante della Confraternita in città, si uccide l'obiettivo e si scappa dagli inseguotori. C'è da dire che alla lunga il meccanismo risulta noioso, anche a causa della risibile difficoltà delle missioni, fattore, quello del basso livello di sfida offerto, in cui ormai i francesi di Ubisoft sono recidivi. Giusto per fare un esempio, ho iniziato ad avere grattacapi solo per l'uccisione dell'ultimo obiettivo, Roberto di Sable, ossia dopo nove ore piene di gioco e in prossimità della fine dell'avventura.
Oltre a questi difetti ludici, il primo episodio del brand ha anche grossi problemi tecnici. Premetto che ho giocato la versione PlayStation 3 del gioco, e sull'ammiraglia Sony il prodotto si presenta affetto da evidenti difetti visivi (per dirla in breve, l'aliasing -specialmente nelle fasi "moderne" e il tearing sono all'ordine del giorno) e da grandi lacune tecniche: continui freezing, che costringeranno a spegnere e riaccendere la console, parti dello scenario che non compaiono, personaggi non giocanti che appaiono all'improvviso, teste fluttuanti o incastrate nelle scalinate...potrei andar avanti ancora per un pezzo, ma già così mi sembra di aver reso bene l'idea.
Chiudendo, posso dire che Assassin's Creed, pur con la sua monotonia e i suoi problemi, non è un gioco pessimo, anzi la qualità della trama spinge a continuare a giocare, ma da quello che doveva essere il primo esempio di ciò che fosse possibile fare con le (allora) console next-gen, ci si aspettava molto di più dal punto di vista ludico e tecnico. In poche parole, un'occasione sprecata. Non fosse per il già lodatissimo aspetto narrativo, avrebbe avuto almeno un punto in meno.
[7,0]