sabato 3 settembre 2011

Il Maestro E Margherita



Opera tra le più conosciute ed apprezzata di Michail Bulgakov, Il Maestro e Margherita narra le vicende del Professor Woland, avatar umano di Satana, mentre viaggia per Mosca, tra spettacoli teatrali e Gran Sabba dal sapore quasi trash. Al contempo, Bulgakov fa una rilettura molto originale della morte di Gesù Cristo (e non mi sorprenderei se scoprissi che Saramago per il suo Caino abbia preso come fonte di ispirazione proprio "l'opera nell'opera" del letterato russo) facendo un confronto tra la Gerusalemme di Ponzio Pilato e la Mosca staliniana veramente affascinante. inoltre, se posso essere schietto, la parte dedicata alla Passione di Cristo vale ben più del resto del romanzo.

La trama di base, seppur semplice ed esile, si prospetta di ampio respiro, in grado di dare ampia libertà all'autore, nei suoi intendi satirici e critici nei confronti della società sovietica. Il problema a mio avviso è che Bulgakov abusi fin troppo di questa ampiezza d'azione, fino ad arrivare a scrivere un libro in parte sconclusionato, dove sembra che l'autore si prodighi di più nello stupire il lettore con immagini cruente, colpi di scena inaspettati e donne nude sparse in ogni dove anziché tenere saldamente le redini del racconto e far emergere in modo più chiaro e schietto il messaggio di fondo. Il che non è detto sia male, il problema è che quella offerta da Il Maestro e Margherita è una lettura monotona (favorita anche da una stile di scrittura fin troppo "conservatore"), dove si rimane apatici dinanzi anche alle "scene" più bizzarre o sconvolgenti.

Per quanto mi riguarda, nonostante l'indubbia importanza culturale del libro, di tutto si può parlare fuorché di capolavoro. Ed è un peccato, se solo l'autore avesse dato maggiore chiarezza al tutto e non si fosse perso tra,come già detto, una decapitazione e l'altra, avrei sicuramente apprezzato di più lo scritto.

[7,0]


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