sabato 7 gennaio 2012

Hotel Dusk: Room 215


Tra i tanti meriti del Nintendo Ds c'è sicuramente quello di aver dato nuova linfa vitale ad un genere, quello delle avventure grafiche, che da anni viveva una lenta agonia.

E nel bailamme di decine di avventure grafiche che hanno visto la luce sul due schermi Nintendo, quelle di Cing sono tra le migliori, sia per realizzazione tecnica, sia per qualità della sceneggiatura.

Dopo aver tenuto a battesimo il portatile con Another Code: Due Memorie, la piccola softco poi chiusa ha saputo deliziare gli amanti del poliziesco con una avventura con la A maiuscola: Hotel Dusk: Room 215.

La trama ci mette nei panni di Kyle Hide, ex poliziotto ora investigatore con la copertura di essere un rappresentante che, durante una ricerca commissionatagli dal suo capo, viene a conoscenza che la stanza 215 dell'albergo in cui si trova ad investigare è stata occupata da un altro uomo col suo stesso nome. Kyle pensa immediatamente all'ex collega Bradley, la cui presunta morte lo ha spinto a lasciare il Police Department di Los Angeles. Da quel momento, nel corso della notte, l'ex poliziotto dovrà cercare quindi di ritrovare l'oggetto chiesto dal suo capo, far luce sulla vita dell'ex collega e capire in che modo i due fatti sono correlati.

Come si può notare, l'intreccio ha forti connotazioni giallistiche e noir. E come tutti i gialli che si rispettino, il protagonista sarà supportato da un cast di personaggi secondari sfaccettato e ottimamente caratterizzato, tutti con qualcosa da nascondere, tutti molto umani nelle reazioni e nei problemi che devono affrontare.

La struttura di gioco è quella solita delle avvenure grafiche: si esamina l'ambiente, si cercano indizi, si risolvono enigmi e si conducono gli interrogatori. Il tutto è svolto attraverso l'uso del pennino del Ds e, soprattutto, tenendo la console a 90° rispetto all'usuale posizione, come se si avesse in mano un libro, insomma. L'esplorazione è caratterizzata dal fatto che uno schermo riprodurrà una visuale dall'alto degli ambienti sottoposti ad ispezione, mentre l'altro sarà utilizzato per indirizzare Kyle attraverso un ambiente 3D utilizzando una visuale in prima persona.
Gli interrogatori, invece, sono piuttosto guidati e non lasciano la possibilità di continuare l'avventura se si sbaglia la corretta sequenza tra domande, risposte e indizi mostrati a riprova delle proprie tesi.
Nonostante ciò, però, l'esperienza di gioco non risulta mai frustrante, anzi Hotel Dusk, complice una colonna sonora all'altezza (seppure composta da un numero veramente esiguo di brani) e un'atmosfera che non ha nulla da invidiare ai romanzi di Ellroy o ai film di Truffault, riesce a calamitare l'attenzione dell'utente, rapendolo letteralmente fino alla conclusione del caso.

Parlando infine dell'aspetto artistico e tecnico, pur non eccellendo il prodotto Cing per quanto concerne il motore grafico in 3D, da applausi invece risulta l'aspetto cosmetico, caratterizzato da una palette cromatica calda e avvolgente che richiama subito alla mente certi polizieschi anni '70 che il cinema e la televisione ci hanno fatto amare e dall'uso della tecnica del rotoscope (la stessa utlizzata per il video "Take Me On" degli A-ha) per realizzare le animazioni dei personaggi. Proprio il rotoscope rende immediatamente riconoscibile e affascinante il gioco, già di per sé valente sotto l'aspetto ludico.

Condito da una longevità di tutto rispetto (attorno alle 12 ore), Hotel Dusk: Room 215 è unanimemente considerato una delle punte di diamante della sterminata softeca del Ds. L'unico difetto (per alcune categorie di giocatori) può essere riscontrato nel ritmo di gioco, sempre compassato e poco incline all'azione.
Comunque, il gioco merita tantissimo, uno dei migliori esponenti del suo genere non solo sul portatile Nintendo, ma in assoluto.

[9,0]

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