lunedì 17 agosto 2009

Palio

Credo che in Italia non ci sia una tradizione di stampo sportivo più bella, coinvolgente ed emozionante del Palio di Siena, e sicuramente nel mondo sono pochissimi gli avvenimenti che possono vantare lo stesso carisma e richiamo su una data comunità pur rimanendo interessanti anche per gli "esterni".

La conferma ce l'ho avuta ieri sera, mentre vedevo prima la classica parata storica, che per un appassionato di storia come il sottoscritto è un pò come la torta dopo il pranzo, poi il susseguirsi di rituali, gesti e usi ereditati da chissà quanti secoli e riproposti con una cura ed un amore certosino ancora oggi, nel XXI secolo, l'alba dell'età della Tecnologia e della scienza spinta ai suoi più portentosi (ma anche sconcertanti) estremi.

Vedere uomini indossanti abiti del 1300 che cavalcano cavalli allevati e allenati nella contrada, con viva partecipazione di tutti gli abitanti di quel quartiere, e vedere poi quella stessa gente recarsi in Piazza con ore di anticipo per sostenere il proprio fantino è uno spettacolo da pelle d'oca, con pochi eguali al mondo, sia per fascino che per trasporto.

L'immagine più bella, però, è senza dubbio l'entusiasmo che esplode dopo la corsa: la gente che, presa da Trance durante la corsa sprona il suo rappresentante con tutto il fiato che ha in gola, esplode in un urlo di gioia alla fine del terzo giro e si riversa nella pista per portare in trionfo il fantino e il cavallo, chi semplicemente gioendo, chi sciogliendosi in un pianto liberatorio, come avvenuto ieri sera per quattro anziani della contrada della Civetta. Era dal 1979 che la Contrada di Cecco Angiolieri non vinceva il Palio. Ieri, dopo una mossa durata un'eternità, è tornata regina della Piazza. Una magia che si ripete, incessantemente, da quasi 600 anni.

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