martedì 13 aprile 2010

Il Coperchio Del Mare.


Due giovani donne, un villaggio in rovina, un'estate e il mare.
Questi sono i protagonisti de Il Coperchio Del Mare, libro datato 2004 di Banana Yoshimoto, autrice divenuta famosissima in Italia grazie a Kitchen e che si è imposta come una delle voci più poetiche e tradizionali della letteratura nipponica.

Riguardo a quest'opera, vorrei iniziare l'articolo in modo inusuale, dicendo che in meno di 140 pagine ho trovato tantissimo di me e della mia personalità: E' solo un'impressione, sia chiaro, ma è anche vero che rimasi da subito colpito nel vedere come una autrice (per di più lontanissima dalla cultura occidentale) potesse, seppur inconsciamente, scrivere così tanto e così a fondo riguardo al sottoscritto. Forse questa capacità di "immedesimazione" che ho provato leggendo il libro è dovuta alla natura stessa della trama, molto intima e personale nella sua semplicità: Questa è la storia di Mari e Hajime, due sconosciute che per motivi diversi giungono (o tornano, nel caso di Mari) al vilaggio di Izu, oramai in stato di abbandono e decadimento, dove diventano amiche lavorano assieme in un chiosco di granite. Nulla di sconvolgente, come ben si può notare, ma la quotidianità delle situazioni offrono lo spunto per numerose riflessioni riguardanti temi importantissimi, come la bellezza, il senso della vita, il legame dell'uomo con la natura e il passato.

Proprio gli sviluppi delle domande esistenziali delle protagoniste sono il fulcro della vicenda: grazie ad essi si può intuire l'importanza che l'autrice dà al mantenimento della propria identità culturale e del rispetto del passato (tema affrontato in modo encomiabile anche da un altro grandissimo della letteratura giapponese, Yukio Mishima). In quest'ottica vanno visti i continui riferimenti allo stato di degrado del villaggio -simbolo della perdutà conoscenza di sè del Sol Levante- e alla nonna morta di Hajime -gli anziani sono un elemento ricorrente negli scritti della Yoshimoto, tratteggati come guide e fari di conoscenza per i più giovani, e il fatto che in tal caso il personaggio sia morto è altamente esplicativo-. Inoltre, sempre dalle elucubrazioni delle due amiche si può notare quanto l'autrice sia dotata di un animo concreto e pessimista ma al contempo desideroso di abbandonarsi ai sogni e alla pace che sono il mare sanno dare.

Il mare. Ecco forse il vero e celato protagonista del libro: Il mare inteso come forza rigeneratrice sia dell'animo che del corpo; come nemico indomabile (esattamente come quello magnificamente dipinto da Katsushika Hokusai) e al contempo come alleato dell'uomo; come ricettacolo di vita e mondo surreale distante ma parallelo alla vita umana.

Insomma, per tematiche e immaginario, Il Coperchio Del Mare sa ammaliare e coinvolgere il lettore, sebbene alcune parti dell'opera possano risultare poco digeribili a parte del pubblico.

Proprio trattando dello stile in cui l'opera è redatta, non si può non notare una certa incostanza dell'autrice: Tant'è vero che durante la lettura si passa da momenti assolutamente vuoti e scialbi (individuabili grosso modo nelle prime quarantacinque pagine) a sezioni scritte con rara maestria ed eleganza, sia nel lessico che nelle "immagini" narrate dalla Yoshimoto. Nonostante questa altalenante qualità, una volta superate le fasi più noiose e meramente narrative il libro scorre via piacevolmente e, giunti al termine, saprà soddisfare il lettore. Indimenticabilmente.


[8,5]

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