
Ci sono film che si pongono nettamente al di sopra degli standard qualitativi medi della cinematografia moderna. Pellicole che per sinossi, cast o componente artistica sanno settare nuovi traguardi per la Settima Arte, divenendo in breve tempo una pietra miliare dell'industria.
Tra questi, di sicuro non c'è
Pantaloncini a Tutto Gas, film britannico del 2002 scritto e diretto da Paul Hewitt (luminare del cinema che ci ha regalato una perla come
Garfield - Il film) e interpretato da un novero di attori veramente strabiliante, tra cui spiccano Rupert Grint, Bruce Cook (presi di peso -come quasi l'80% del cast- dalla saga di
Harry Potter), Anna Popplewell (la Susan de
Le Cronache di Narnia), Paul Giamatti -che recentemente in un'intervista rilasciata a David Letterman sostiene che questo film rappresenti uno dei momenti topici della sua carriera-, Stephen Fry e addirittura Keira Knightley, che compare in un cameo di pochi secondi. Oltretutto, le musiche sono curate da Rupert Gregson-Williams (il fratello sfigato di Harry).
Stando alla lettura del cast, l'incauto spettatore sarebbe portato a pensare "Wow! deve essere per lo meno un film da Oscar". La realtà invece è che Pantaloncini a Tutto Gas è un film veramente spiazzante (in senso negativo) e le uniche domande che sorgeranno al termine della pellicola sono essenzialmente due: la prima è "PERCHE'?!" e la seconda è "IL TRASH HA RAGGIUNTO IL SUO APICE?" (al secondo quesito la risposta è sicuramente no, come dimostra "Jesus Christ Vampire Hunter", film veramente infimo e che presto recensirò)
Ma ora bando alle ciance e analizziamo l'Opera.
Partiamo dalla trama: Il piccolo Patrick Smash è un diversamente abile molto particolare: è infatti nato con due stomaci, il chè lo rende affetto da un disturbo gastrointestinale associato alla distensione addominale provocata da una eccessiva produzione e accumulo di gas nel tratto digestivo (detto altrimenti, è uno scorreggione incredibilmente dotato). Questo suo difetto lo rende anzitempo un disonore per la famiglia e lo zimbello della scuola, tanto da fargli perdere entusiasmo per quanto riguarda il suo più grande sogno: fare l'astronauta.
Ma come ci insegnano le più banali trame della storia e il mago Gandalf, "C'è sempre speranza", che assume per Patrick le fattezze di Alan, enfant-prodige che inizia a studiare il meteorismo del protagonista al fine di ricavarne energia cinetica. Gli studi del ragazzino però presto interesseranno anche i servizi segreti statunitensi, che arriveranno a rapire Alan. Disperato per la perdita, Patrick si lancerà in numerose avventure alla ricerca dell'amico, divenendo una star della lirica e procurandosi una condanna a morte. Ma proprio mentre si trova dinanzi al plotone d'esecuzione, la CIA lo salva e svela il motivo del rapimento: Alan è il genio a capo del progetto "Thunderpants", che punta a usare sonore e potensissimen renghe per salvare degli astronauti dispersi nello spazio.
Come potete vedere, la storia ha dei contorni di grande drammaticità e trasporto emotivo (...?) e tratta temi scottanti e quasi tabù, come l'aerofagia e l'energia pulita...Vabbè dai, c'è bisogno veramente di fare commenti su una trama del genere?
Altri aspetti significativi del film sono i dialoghi e la scenografia.
Parlando dei primi, non è possibile non notare che decine di battute vengono ripetute più volte durante il film, a volte anche leggermente fuori contesto. Essendo un film per bambini, si tratta di un espediente per rafforzare determinati concetti come l'amicizia e quant'altro, ma siamo davvero sicuri che i bimbi siano così scemotti da doversi sentire ripetere la solita battuta per 90 minuti?
La scenografia, a dire il vero, meriterebbe un post tutto suo. Sinceramente, è uno degli aspetti più originali e, a mio modestissimo avviso, meglio riusciti dell'Opera. Iniziamo col dire che il colore dominante è il verde, in ogni possibile tonalità: Le auto (due mini in tutto il film e costantemente riproposte per tutti i 90 minuti, solo parcheggiate in modo diverso per ogni scena) sono verdi, le case, le uniformi studentesche, gli arredamenti, i cibi, l'erba, gli alberi...Tutto dannatamente verde, caratteristica che contribuisce alla atmosfera di estraneità e surrealità che permea tutto il film. L'impatto visivo è piacevole e rilassante, ma certo "lievemente" ossessivo.
Concludendo,
Pantaloncini A Tutto Gas è un film brutto, ma brutto forte, ma splendidamente trash. Non piacerà ai bambini -pure loro troveranno banale e svilente la pellicola- nè tantomeno ai grandi normodotati, ma può risultare un film buono per farsi due risate se non si ha proprio null'altro da vedere.
[
3,0]