
Nel momento della sua massima espansione scientifica e spaziale, l'umanità si trova davanti al più grande enigma che abbia mai affrontato: Solaris.
Particolarità del pianeta è di essere ricoperto solamente da un grande oceano a prima vista simile a quelli terrestri, ma che a ben vedere si palesa come una massa viva dotata di intelligenza, che interagisce con gli scienziati della stazione spaziale, provocando avarie agli strumenti, facendo apparire fantasmi (o "Fenomeni F", come sono chiamati nel libro) e giocando con la psiche e i ricordi dei terrestri, portandoli sull'orlo della follia.
Il protagonista, Chris Kelvin, sulla stazione spaziale rivede Harey, sua ex moglie morta, "riportata" in vita dal pianeta utilizzando i ricordi dell'uomo. Lo scopo di Kelvin è quello di rendere Harey cosciente del suo stato di non-vivente, al fine di sfuggire dalla pazzia e sconfiggere il pianeta nel suo stesso gioco.
Questo libro è stato una piacevole scoperta. Ricordavo vagamente il film di Steven Soderbergh, che a dire il vero non mi fece una bella impressione, e non avevo mai visto quello di Tarkovskij. Molto più interessante è l'opera letteraria da cui il film è stato tratto, forte di tutta una serie di pregi.
Uno dei tratti meglio resi nel libro è l'aspetto scientifico. Parrà incredibile, ma tra le pagine dell'enciclopedia che Kelvin sfoglia durante il suo studio del pianeta, sono contenute dissertazioni basate su fatti ed esperimenti strutturate e apparentemente veritiere. Così come possibili paiono le dispute delle varie scuole di solaristica.
Altro punto a favore per l'opera è l'atmosfera. Sulla stazione spaziale si respira un'aria carica di desolazione, solitudine e oppressione, con personaggi sospettosi l'uno dell'altro e tutti egualmente alle prese con le proprie visioni e la propria ricerca di una salvezza dall'incubo in cui sono precipitati. Questo ambiente ben si sposa, poi, con gli eventi paranormali che accadono tra i corridoi del mezzo spaziale, con una presa sul lettore simile a quella ricreata anni più tardi da Stanley Kubrick con il suo Overlook Hotel.
L'alone di mistero e incertezza è accresciuto poi dalla presenza dell'Oceano di Solaris, nel suo continuo divenire, che mette in crisi tutte le conoscienze ottenute dall'umanità nella sua millenaria esistenza, forse si tratta dell'entità più "aliena" che la fantascienza abbia mai prodotto.
Il dramma di Lem è considerato, assieme a "1984" di Orwell e "Fahrenheit 451" di Bradbury (che proprio ieri ha compiuto 90 anni), uno dei pilastri del genere fantascientifico, ma dai due si distacca per profondità filosofica, per analisi scientifica e ambientazione. Chi si avvicina al libro con in testa di film del 2002 che ha per protagonista George Clooney si ritroverà spiazzato e seccato, ma ciò non toglie che si tratti di una grandissima opera di fantascienza, che ha (forse) il suo unico difetto nel ritmo non proprio da commedia.
[9,0]