mercoledì 20 ottobre 2010

Arrivederci, Mostro! - Ligabue


Penso di aver ascoltato sufficientemente il disco per poter esprimere un'opinione su di esso. Penso inoltre di essere sufficientemente incompetente (così come lo sono per libri, cinema, videogiuochi e chissà cos'altro ho trattato in questi due anni) per poterne scrivere una recensione. Ergo, il mio debutto nella critica musicale indipendente!

Tracklist:

1.Quando Canterai La Tua Canzone - 3:36
2.La Linea Sottile - 4:05
3.Nel Tempo - 3:50
4.Ci Sei Sempre Stata - 5:00
5.La Verità è Una Scelta - 4:20
6.Caro Il Mio Francesco - 6:02
7.Atto Di Fede - 4:13
8.Un Colpo all'Anima - 3:22
9.Il Peso Della Valigia - 4:40
10.Taca Banda - 2:33
11.Quando Mi Vieni a Prendere? (Dendermonde 23/01/09) - 7:05
12.Il Meglio Deve Ancora Venire - 4:23

Rilasciato lo scorso 11 maggio, a vent'anni di distanza dal disco d'esordio, "Arrivederci, Mostro!" è il nono (se escludiamo raccolte e live) album di Ligabue. Il disco si è anche ben distinto sul mercato, piazzando sinora 300.000 copie, dimostrando che il rocker emiliano, nonostante gli anni passino, riesce ancora a fare buoni numeri e conquistare nuovo pubblico.

Passando all'esame del disco, c'è da dire che si avverte un declino rispetto agli album precedenti, sia perchè alcune canzoni paiono il sequel di precedenti successi, sia perchè pare che il cantautore si sia limitato a svolgere bene il "compitino", nonostante il tempo per mettere assieme un album di livello non gli sia mancato ("Nome e Cognome", infatti, risale al 2005).

I Sequel a cui alludevo prima possono essere rintracciati nei brani "Il Meglio Deve Ancora Venire" (sorella minore di "Urlando Contro il Cielo") e "Atto di Fede", che pare far il paio, non tanto nel suono, quanto nello spirito, a "Niente Paura". Non che sia un male riprendere e approfondire talune tematiche, ma io ho letto questo fattore come una mancanza di inventiva e, se vogliamo, come un ascesso di nostalgia.

Brani che invece mi hanno lasciato un'impressione positiva sono sicuramente "La Linea Sottile", se non altro per l'evocativa atmosfera che sa ricreare, e "La Verità è Una Scelta", la canzone più dura e decisa del disco, e "Quando Mi Vieni a Prendere?", pezzo dedicato alla tragedia di Dendermonde, quando un pazzo fece irruzione in un asilo uccidendo due bambini e un adulto. Per quanto possa apparire fuori luogo (e lo è senza dubbio), ho ammirato la scelta di inserire nel disco questo brano, pesante e a tratti angosciante, agli antipodi rispetto al resto della scaletta. Per lo meno, l'album acquisisce personalità. Anche la ballata sentimentale dell'album, "Ci Sei Sempre Stata", pur nella sua poca originalità sa farsi apprezzare.

Cestinabili senza rimorsi "Un Colpo all'Anima" e il suo assolo di chitarra che, oltre ad essere poco consono al resto del brano, pare una storpiatura di assoli degli Audioslave; "Caro Il Mio Francesco", che riprende "L'Avvelenata" di Francesco Guccini e definito dallo stesso Ligabue "un pezzo inutile", "Taca Banda", altro brano di cui non si capisce il senso e "Il Peso Della Valigia", una poesia già edita dall'autore e riadattata in musica.

Concludendo, non un pessimo album, ma sicuramente peggio del penultimo "Nome e Cognome" e immensamente più debole di "Buon Compleanno Elvis", tuttora considerato il picco più alto mai raggiunto della produzione del cantautore di Correggio.
Come già detto, sembra che ci si sia limitati a fare qualcosa di orecchiabile (altrimenti non si spiegherebbero brani da teen band come "Quando Canterai La Tua Canzone" e "Nel Tempo", pezzo che cerca di "farsi figo" citando Falcone e Borsellino) nel tentativo malriuscito di svecchiare un pò il sound per piacere ai più giovani e per dare il contentino ai fan.
Da Ligabue, però, ci si aspetta di più.

[6,5]

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