giovedì 14 ottobre 2010

Il Maledetto United


L'inghilterra, si sa, è la patria del calcio. E anche dei film sul gioco del calcio, visto che, a parte casi eccezionali, le pellicole migliori su questo sport trovano la propria origine nella terra d'Albione.

Tra queste, una delle più interessanti e appassionanti è Il Maledetto United, film di Tom Hooper basato sul romanzo di David Peace, anch'esso di pregevole fattura, sicuramente migliore del fin troppo blasonato (senza meriti effettivi) Febbre a 90 di Nick Hornby.

Il film racconta la vita professionale e privata di Brian Clough, considerato ad oggi il più grande allenatore che l'inghilterra abbia mai avuto, negli anni che vanno dal 1969 al 1974, ripercorrendo la grandiosa epopea del Derby Contry, capace in soli due anni di vincere il campionato di Seconda Divisione e, l'anno successivo, la Premier League (fatto che non si è mai più verificato in Inghilterra) e di giungere, nel terzo anno della gestione Clough/ Taylor (l'inseparabile vice e talent scout con cui Clough condivise praticamente tutta la carriera da allenatore) alle semifinali di Coppa Dei Campioni, Coppa che (ahimè) venne vinta dall'Ajax in finale contro la Juventus.

Entrati in rotta di collisione con il presidente del Derby, i due si dimettono e si separano: Taylor accetterà di allenare il Brixton in Terza Divisione, e Clough si trova davanti all'occasione della vita: allenare la squadra allora più forte d'Inghilterra, il Leeds United. Occasione che verrà amaramente troncata con l'esonero dopo appena 44 giorni da manager dei Peacocks. Come ci racconta la storia del Calcio, però, i due si rincontreranno e porteranno una piccola squadra di provincia come il Nottingham Forest a vincere due Coppe dei Campioni consecutive.

Del film mi è piaciuta molto da netta demarcazione tra i personaggi: Taylor è un uomo buono, capace ma senza ambizioni; Don Revie (acerrimo rivale e vera e propria nemesi del protagonista) pare l'uomo perfetto: il miglior allenatore della migliro squadra del Paese, serio, professionale ma non dotato di vero talento; Clough è una sorta di Josè Mourinho ante litteram: ambizioso, carismatico ma troppo pieno di sè. Dal quadro emerge una situazione in cui nessuno è completamente un "buono" o un "cattivo", ma sono tutti uomini con pregi e difetti, senza idealizzazioni.

Il film, che dura esattamente 90 minuti, non può fare a meno di appassionare i fan del calcio e (immagino) i tifosi del Leeds, che avranno versato sicuramente più di una lacrima ricordando il loro glorioso passato, quando giocatori come Bremner, Giles o Reaney divennero gli alfieri di una squadra da leggenda. Ciononostante, sono convinto che anche i "non-fanatici" di sport possano trovar interessante questo film, proprio grazie all'ottima caratterizzazione dei personaggi summenzionata e alla tinta drammatica che assumono di giorni della permanenza di Clough al Leeds, fatta di insonnie, alcol e rapporti difficili con la squadra.

[8,0]

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