mercoledì 27 ottobre 2010

Fragile Dreams: Farewell Ruins Of The Moon


Rilasciato sul mercato nel marzo di quest'anno a più di un anno dalla release giapponese, Fragile Dreams è stato, per me, una delle sorprese videoludiche dell'anno. Questo non tanto a causa di un gameplay calibrato al bilancino, quanto grazie a una trama, un atmosfera e una direzione artistica veramente fuori norma. Ma procediamo con ordine:

Il gioco è ambientato in un mondo devastato dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e dalle catastrofi naturali, non prive di qualche misterioso risvolto, in seguito alle quali l'umanità è trovata a ridosso dell'estinzione. Morto l'anziano signore che chiamava "nonno", Seto, il protagonista del gioco, rimasto improvvisamente solo, decide di avventurarsi al di fuori della sua abitazione, in cerca di altri umani e, sostanzialmente, di una speranza: trovare qualcun altro con cui condividere l'esistenza.
Poco dopo la sua partenza, incrocia una ragazza dai capelli d'argento. Impaurita, la fanciulla fugge senza stare ad ascoltare ciò che vuol dirle Seto, il quale decide di inseguirla, essenso lei l'unico umano nel raggio di miglia.
Durante il suo viaggio, Seto verrà a contatto con robot,replicanti, fantasmi, anziani in punto di morte, bizzarri maggiordomi con la testa di gallo e creature esoteriche, alcuni gli saranno apertamente nemici, altri invece collaboreranno con lui o gli chiederanno di esaudire i loro ultimi desideri.
Il tutto fino a scoprire la sconvolgente verità che si cela dietro alla fine della civiltà come noi oggi la conosciamo e sulla sparizione quasi totale della razza umana.

Come si potrà notare wiimote alla mano, la trama si rivela uno dei punti forti del gioco: saprà infatti coinvolgere anche emotivamente il giocatore, attraverso le vicende personali dei personaggi secondari e gli appunti e i graffiti sparsi in giro per il mondo di gioco, che descrivono gli ultimi attimi -o la semplice routine quotidiana, o gli aspetti oscuri della trama principale- del genere umano e trattando temi poco usuali per un videogioco come l'alienazione, la solitudine, la precarietà della vita e le difficoltà delle relazioni interpersonali.

A dare risalto alla componente narrativa di Fragile Dreams concorrono anche la regia delle cutscene, veramente ispiratissima e mai banale, e la colonna sonora, capace di risvegliare i sentimenti più disparati nel giocatore, dall'angoscia creata dagli scontri con i nemici alla tranquillità che si può provare correndo in una foresta alla luce del sole. Tale comparto è inoltre impreziosito da un uso intelligente dello speaker del wiimote, che trasmetterà scricchiollli, risate sinistre ed altri effetti sonori che non mancheranno di far correre un brivido freddo lungo la schiena dell'utente.

Ma ciò in cui l'opera del team Tri-Crescendo (famosi per aver realizzato anche Baten Kaitos ed Eternal Sonata) eccelle è la realizzazione artistica: i vari ambienti in cui si dipana il viaggio di Seto sono incredibilmente evocativi e ben interpretati dagli artisti del team, che hanno diversificato gli ambienti sbizzarrendosi tra esempi di archeologia industriale, sterili laboratori scientifici e decadenti emblemi della società del XX secolo come centri commerciali e linee ferroviarie metropolitane. Anche le scelte cromatiche sono assolutamente fuori parametro (a testimonianza di ciò, basti vedere il cielo rosato che si può ammirare fuori dalla metropolitana, il tramondo ambrato della diga o il fulgido spiccare della Tokyo Tower nell'oscurità della notte). Tutto ciò va a creare un ambiente in stato di abbandono pieno di carisma, suggestione e attrattiva, che non mancherà di colpire il fruitore del gioco.

A minare però quello che sarebbe stato un capolavoro, però, interviene la componente ludica, vero e proprio tallone d'Achille di Fragile Dreams. Pur basandosi su basi molto solide e per certi versi tradizionali, i difetti non mancano. Partendo dalla non perfetta rilevazione del sensore di movimento del Wiimote (la gran parte del gioco si svolgerà al buio, ed è quindi esenziale dotarsi di una torcia elettrica gestita via motion sensing, così come l'utilizzazione armi come le fionde o l'arco) giungendo al sistema di combattimento e al sistema di crescita del personaggio, il primo mero button smashing in cui determinante sarà la ritmicità della pressione, il secondo ridotto all'osso, visto che gli effetti dello sviluppo si vedranno solo nel progressivo allungarsi della barra della vita di Seto, Il tutto si rivela troppo piatto e senza profondità, quasi a voler contrastare la ricchezza artistica dell'opera.
Interessante invece si rivela l'uso dell'inventario, degli item curativi e delle armi, che vanno via via deteriorandosi fino a diventare inservibili, costringendo quindi il giocatore ad abbozzare una strategia, specialmente per superare i boss fight, che si fanno alquanto ostici nelle ore finali del gioco.

Tecnicamente, pur non essendo un portento, il gioco si mantiene su ottimi livelli, senza incappare in bug o rallentamenti. L'engine grafico e più che buono e pare essere diretta derivazione di quello apprezzato su Xbox 360 e PlayStation 3 con Eternal Sonata.Qualche problema lo si può notare anche nelle routine di movimento del protagonista, fin troppo legnoso e limitato nell'azione, ma nulla che incida sulla gocabilità.

Parlando infine della longevità, si può dire che essa si attesta tra le 10 e le 14 ore, a cui non possono essere aggiunte ore dedicate ad eventuali subquest, dato che non ve ne è traccia. Si potrebbe obiettare che si tratti di poche ore per un Jrpg (seppur sui generis) come Fragile Dreams, ma mi sento di assicurare che la drammaticità della trama, l'intensità dell'atmosfera e la bellezza dell'impianto visivo lasceranno comunque soddisfatto il giocatore, nonostante l'assenza di diversivi alla trama princiale e qualche momento di frustrazione, dovuto alla necessità di tornare sui propri passi per trovare la chiave o l'oggetto necessario per proseguire.

Concludendo, Fragile Dreams è un videogioco particolare, fuori dal coro per quanto riguarda l'offerta ludica sia di Wii che della attuale generazione di consoles, che fa della poesia e del coinvolgimento i suoi cavalli da battaglia, e in questo può tranquillamente ritagliarsi un posticino a fianco di mostri sacri come Ico e Shadow Of the Colossus, pur avendo sviluppato le due caratteristice succitate in modo diverso rispetto ai capolavori di Fumito Ueda. Purtroppo però i videogiochi sono anche interazione, aspetto poco curato dell'opera e che ne mina la valutazione finale. Ma se si è in grado di soprassedere a queste grosse (me ne rendo conto) lacune, si notera che ci si trova davanti a un prodotto il cui valore è decisamente superiore alla somma delle parti, un gioco che saprà intrattenere in grande stile il giocatore, facendogli al contempo sviluppare una grande empatia con il giovane e debole Seto.




[8,0]

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