martedì 11 gennaio 2011

Game Dev Story

ITunes ogni giorno che passa offre sempre più apps interessanti e giochi di livello sia ludico che tecnico, basti pensare a prodotti come Chaos Rings, Infinity Blade o il porting di Grand theft Auto: Chinatown Wars. Oltre ai titoloni e alle megaproduzioni, però, l'appstore offre decine e decine di giochi che, pur non godendo di uno studio di sviluppo alle spalle pari ad Epic Games o Square Enix, o non avendo un engine grafico che sfrutta l'ormai abusatissimo Unreal Engine, sono comunque capaci di stagliarsi al di sopra della massa e divenire dei piccoli cult. Game Dev Story fa sicuramente parte di questa categoria.

Il gioco (che, tecnicamente parlando, è un chiaro omaggio al videogioco anni '90, con una grafica deliziosamente 16-bit con visuale isometrica) appartiene al genere dei gestionali e mette il giocatore nei panni del CEO di una software house, con onori (e oneri) connessi a tale posizione, sia sul lato meramente lavorativo che finanziario.

Si comincerà in una stanzetta grande poco più di uno scantinato e con un paio di collaboratori e, release dopo release, sarà possibile ampliare la sede, assumere nuovi talenti e sviluppare giochi sempre più evoluti e complessi, per non parlare della possibilità di creare la propria console. Il tutto, ovviamente, tenendo sott'occhio le spese e gli investimenti.

Per quanto concerne le meccaniche di gioco, la fase di sviluppo si svolge in quattro fasi, similmente a quanto avviene nella realtà: nella fase pre-alpha si decide il genere (RPG, sparatutto, sportivo...), il tipo (robot, formula 1, guerra...) e si affida a un planner la scrittura del prospetto di sviluppo. Nella sessione successiva, la Alpha, lo studio si concentrerà sulla componente ludica e alle innovazioni, passando alla Beta, ci si occuperà della grafica e del suono. Infine, entrati in fase gold, si procederà al debugging e alla correzione delle imperfezioni.

Ovviamente, per far sì che la vostra ultima creazione venda, sarà necessario conquistare l'attenzione dei fans, generando Hype e creando fama attorno al progetto. Come raggiungere l'obiettivo se non attraverso una imponente campagna marketing, o coinvolgendo artisti e musicisti di livello internazionale affidando loro in outsourcing parti del prototipo del videogame?

Una volta completato lo sviluppo, si dovrà fare i conti con la stampa specializzata che, a suon di recensioni e opinioni di volta in volta positive o negative, potrà affossare o dare ancora maggiori chances di vendita alla vostra creatura.

Inoltre, le principali caratteristiche e gli appuntamenti che scandiscono il mondo dei videogiochi sono riprodotte alla perfezione: dalle press conferences dei diversi costruttori, all'E3 (qui ribattezzato Gamedex) fino ai recenti Video Game Awards. Tra l'altro, molti dei protagonisti del videogioco rappresentano la parodia di industrie e personaggi che hanno fatto (e fanno) la storia di questo business: basti pensare a Senga, Intendro (chiari richiami alle storiche rivali Sega e Nintendo) o a tizi chiamati Shigeto Minamoto o Steve Jobson. La cosa non può fa altro che dare una spolverata di ironia a un gioco che, di per sè, sarebbe già di livello.

Pur tendendo ad essere ripetitivo sul lungo periodo, come avviene con la gran parte dei gestionali, anche a causa di un sistema di gioco molto elementare -ma altrettanto letale, ad onor del vero- Game Dev Story ha comunque la capacità di creare dipendenza, spingendo il giocatore a sfruttare ogni ritaglio di tempo libero ad occuparsi della sua software house, anche grazie a una serie di mete che dovranno essere raggiunte durante i mesi di gioco, dalle nuove assunzioni alla formazione del personale, passando poi dalle trattative volte ad ottenere la licenza per sviluppare su una console fino allo stadio finale, ossia dominare il mercato hardware con la piattaforma di gioco creata dal proprio studio. Personalmente negli ultimi due mesi ho usato l'iPhone più per giocare a Game Dev Story che per telefonare, il che è tutto dire.

[9,0]

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