domenica 24 aprile 2011

Care Istituzioni Croate...

Qualche giorno fa a Yangdzhou è stato inaugurato un museo a Marko Polo. Sì, Marko con la "k", ed a fare da cerimoniere c'era l'ex Presidente Croato Stjepan Mesic, il quale s'è pavoneggiato dicendo, anzitutto, che Polo non era veneziano in quanto nato a Curzola, e elogiandolo come "l'esploratore croato che ha aperto l'Europa al Mondo".

Fossi stato un ministro italiano, non avrei esitato a cantarle al nostro amico ex-jugoslavo, ma forse l'assenza di risposte da parte delle nostre istituzioni è emblema della situazione del nostro Paese, in cui una delle poche cose buone abbiamo (la cultura) sta finendo nello scantinato del Popolo e dei piani di Governo in favore di querelle quotidiane su riti priapismici e riforme poco utili al Paese.

Comunque, oggi, nonostante sia Pasqua, mi sento abbastanza incazzoso per fare da spalla a Gian Antonio Stella, giornalista del Corriere che ha dedicato un pezzo alla faccenda (articolo che, per inciso, sposo in toto).

Partiamo quindi col dire che non ci sono prove storiche del fatto che Polo sia nato nell'isola dalmata (se non quella avanzata da qualche improvvisato antropologo, portando a esemplare prova il fatto che nelle isole che furono della Serenissima ci sono tanti che di cognome fanno Polo o De Polo), anzi, tutto fa credere che sia nato e cresciuto a Venezia.

E anche se fosse nato a Curzola (che resta un'ipotesi suffragata solo da teorie fantasiose), ciò sarebbe sufficiente a fargli perdere la sua "venezianità"? Non credo, altrimenti a questo punto, per vicissitudini storiche simili a quelle che i croati vorrebbero vantare, Giuseppe Garibaldi è un patriota francese in quanto nato a Nizza.

Come giustamente dice Stella, questa mi pare un'altra azione con cui le autorità croate, espressione di un popolino con poca cultura propria e che nessuno ricorderebbe se non per qualche buon fantasista e una manciata di colpevoli di crimini contro l'umanità, cercano di appropriarsi della cultura e della storia che non è loro. Altro esempio citato, è quello dei depliant turistici della zona, che chiamano il Leone di San Marco "Leone Post-Illirico" o della croatizzazione di artisti che croati non sono (guarda caso, erano italiani).

A me ciò che hanno combinato le istituzioni croate, animate da un ardente patriottismo invidioso a quanto pare, sembra una mascalzonata e una cosa di cattivo gusto. C'è da dire che nemmeno altri popoli sono meglio dei croati sotto questo punto di vista (Francesi, vi ricorda qualcosa il cognome "Lagrangia" da voi trasformato in "LaGrange"?) e viene rinfacciato pure agli italiani di aver fatto una cosa simile con Cristoforo Colombo, ritenuto spagnolo (opinione che cozza con le carte dell'anagrafe genovese, ma vabbè). Tuttavia ritengo doveroso che si tuteli la venezianità di Polo, non tanto per spirito patriottico o nazionalismo snob che lascio volentieri alla Francia, quanto perchè mi pare che sia un saccheggio della memoria storica e culturale italiana.

Comunque, per una disamina più chiara (e commenti veramente tristi di risentiti):

http://www.corriere.it/esteri/11_aprile_22/per-conquistare-la-cina-marco-polo-diventa-croato-gian-antonio-stella_4857d1de-6ca2-11e0-902f-2f9ba9bc9f1b.shtml?fr=box_primopiano

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