martedì 1 novembre 2011

Black Dahlia


Il caso della Dalia Nera è forse uno dei casi irrisolti più famosi di sempre. Avvenuto nel 1944 a Los Angeles, ha a che fare con la morte di Elizabeth Short, una giovane attrice trovata orrendamente mutilata in un campo alla periferia della città californiana. La particolare intricatezza del caso (mai dichiarato chiuso dalla polizia losangelina) ha ispirato nel corso delgi ultimi settanta e passa anni innumerevoli opere, siano esse letterarie, cinematografiche o persino videoludiche, come il recente L.A. Noire.

Anche Brian De Palma, uno dei mostri sacri di Hollywood nonostante una carriera di tanti alti (Scarface, Gli Intoccabili, Carlito's Way) ma anche molti bassi (Femme Fatale, Mission To Mars) ha voluto dire la sua affidandosi alla sceneggiatura di Josh Friedman, facendo risolvere ai protagonisti del film il caso della bella Elizabeth.

Mr. Ice (Josh Hartnett) e Mr. Fire (Aaron Eckhart) sono due detective della polizia di Los Angeles famosi, soprattutto il secondo, per l'accuratezza delle indagini e l'acume deduttivo che li hanno resi i migliori detective di L.A.
Molto amici, vedono incrinarsi i loro rapporti quando viene loro affidato il caso della Dalia Nera (e non, si badi, perchè Mr.Ice se la faceva con la di lui donna, interpretata da una burrosa Scarlett Johansson): Mr. Fire, arrivato ad un vicolo cieco, inizia a dare di matto, in quanto non vuole lasciare senza giustizia la famiglia Short, ma ciò lo porterà alla morte, in un raro momento di spregiudicatezza durante le indagini. Starà a Mr.Ice rielaborare tutti i dati trovati dall'amico-collega e scoprire la (inaspettata) verità.

Da amante del noir anni '40, vedere Black Dahlia per me è stato come mangiare il mio piatto preferito: nulla è fuori posto, tutti gli stilemi del genere sono stati rispettati, la vicenda è intrigante e ben costruita.

Le atmosfere fumose di una Los Angeles sfarzosa e decadente, i detective in gessato e cappello con la sigaretta d'ordinanza, gli incontri di boxe, la voce fuori campo che, con forti metafore, racconta i pensieri dei protagonisti, personaggi dalla doppia vita ed anticonformisti, colpi di scena, jazz di sottofondo, i filtri visivi sul super8, non manca davvero nulla. Forse proprio questo è al contempo un pregio e un difetto di Black Dahlia: è una summa perfetta e piena di tutto ciò che ci si aspetta da un noir, stop.
Non un pizzico di originalità, non una trovata spiazzante. Certo la forza della componente narrativa va a narcotizzare la sensazione di "già visto" che emerge nell'utente ma, se mi mettessi nei panni di chi non ama il genere, direi che un pò più di coraggio in sede di sceneggiatura e regia non avrebbe guastato.

Promosso anche il cast: Scarlett Johansson, nonostante una dose eccessiva di sensualità, è ben calata nella parte, Hillary Swank è perfetta e credibile, altrettanto Aaron Eckhart, che sembra essere un vero uomo degli anni '40. Qualche remora su Josh Hartnett che a mio avviso non ha la faccia per interpretare questo genere di ruoli, ma forse mi sbaglio io, dato che lo si trova negli accrediti di un altro noir, seppur tratto da un fumetto, come Sin City.

Insomma, un bel film, anzi, un ottimo film che farà la gioia degli amanti delle detective stories classiche, ma che non aggiunge nulla di nuovo al genere e potrebbe non incontrare i favori di tutti.

[8,5]

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