martedì 1 novembre 2011

L'Insostenibile Leggerezza Dell'Essere


Di gran lunga, uno dei migliori libri che abbia letto non solo quest'estate, ma in tutta la mia vita. Milan Kundera ha saputo miscelare bene tre tipi di romanzo (storico, introspettivo, saggio) creando un pastiche intrigante e di superba qualità.

Sullo sfondo della Primavera di Praga si incrociano i destini di due coppie: Tomas, medico insaziabilmente attratto dalle donne, e Tereza, donna semplice alla ricerca solo di amore contraccambiato da parte di lui; l'eccentrica Sabina e il tranquillo Franz. Le vicissitudini lavorative e sentimentali faranno in modo che i loro destini si tocchino o si incrocino più volte, similmente a quanto avviene in Closer di Patrick Marber.

Ma il pezzo forte del libro non si trova tanto nella dinamica delle coppie , quanto nella maestria dell'autore ceco che, pur adottando il lessico e la prosa tipici di una pubblicazione di saggistica, riesce a trasmettere immagini vivide, credibili ma al contempo quasi surreali e slegate dal normale incedere del tempo (e in ciò mi ma ricordato Doppio Sogno di Arthur Schnitzler) e a trasmettere una serie di emozioni inaspettatamente profonde (magistrali in tal senso il capitolo dedicato alla morte di Karenin o agli ultimi momenti della vita di Tomas e Tereza).

Una delle particolarità che ho notato maggiormente è stata la diatriba continua da Leggerezza e Pesantezza, cui Kundera dedica anche un intero capitolo, che si incontra ovunque nel libro, come ci si trovase dinanzi a una versione moderna dell'apollineo e del dionisiaco nietzscheano: basti fare riferimento ai personaggi stessi o al continuo parallelo tra l'opprimente società comunista e la fugacità delle esperienze amorose e la leggerezza delel esistenze umane. Scissione riscontrabile anche nel romanzo stesso: si passa da pagine dedicate alla riflessione politica e filosofica a momenti dedicati alla più classica delle narrazioni, senza disprezzare nè una buona dose di ironia, nè qualche cenno poetico.

Praticamente, mi risulta impossibile trovare un difetto a un'opera simile. Un'opera completa, sia perchè frutto migliore dell'intera produzione artistica dello scrittore di Brno, sia perchè sa ammaliare il lettore offrendo non solo una narrazione appassionante, ma anche una serie di riflessioni e aforismi interessanti e mai banali.

Non sono solito chiudere le mie recensioni con una citazione dal libro che sto trattando, ma questa volta non posso esimermene, e riporto uno dei più bei passi d'amore che mi siano giunti alla vista:

"L'avventura di Tomàs con Tereza era cominciata esattamente là dove terminavano le avventure con altre donne. Essa si svolgeva sull'altro versante dell'imperativo che lo spingeva alla conquista delle donne. In Tereza non voleva svelare nulla. L'aveva ricevuta già svelata. Aveva fatto l'amore con lei prima di prendere in mano il bisturi immaginario con il quale apriva il corpo supino del mondo"

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