lunedì 21 novembre 2011

Lost - Stagioni da 1 a 5


Se mi dovessero chiedere cosa ho fatto quest'estate, tra le prime cose che mi verrebbero in mente è "Ho visto le prime cinque stagioni di Lost". Ebbene sì, non ero uno dei fan della prima ora del serial J.J. Abrams e Damon Lindelof, ma ho recuperato velocemente il tempo perduto.

La storia di Lost è famosissima, intricatissima e non ha bisogno di presentazioni, ma io la faccio comunque: Il volo Oceanic 815 precipita su un'isola dopo essersi spezzato in due, sopravvivono 42 persone, alcuni muoiono, tutti pensano che l'isola sia deserta e che presto i soccorsi arriveranno, ma non è così: l'isola è abitata da un uomo rinchiuso in un bunker che ha passato gli ultimi tre anni della sua vita a inserire un codice (4-8-15-16-23-42) in un computer per evitare la fine del mondo. Dopo si scopre che sull'isola vive una pazza francese e che ci sono altri 23 sopravvissuti, oltre a una tribù indigena detta "Gli Altri" e che l'isola era abitata da un gruppo di scienziati facenti parti del progetto DHARMA, tutti morti. Inoltre, sull'isola ci sono altri bunker e una serie di rovine di un'epoca molto lontana che richiamano l'architettura maya ed egizia. Dopo tante peripezie, alcuni dei sopravvissuti vengono salvati (e diventano famosi come "I Sei dell'Oceanic") ma dopo tre anni vengono indotti a tornare sull'isola, che dopo la loro dipartita continua a spostarsi nel tempo e nello spazio. Di loro, alcuni giungono nel 1977, altri restano nel tempo corrente.

Questa in estrema sintesi e con pochissimi spoiler è il sunto di cinque stagioni e circa novanta puntate.

La particolarità di Lost è che la narrazione degli eventi nel "nostro tempo" è continuamente intervallata da flashback e flashforward, utilizzati per raccontare la vita dei sopravvissuti prima del loro arrivo sull'isola. Ciò potrebbe spezzettare l'azione, ma conferisce maggiore spessore ai personaggi e dà qualche indizio o collegamento sul motivo per cui sono sull'Isola, invogliando lo spettatore a farsi domande, darsi risposte e, sostanzialmente, continuare a vedere la serie.

Oltre a questa, ci sono molte altre peculiarità: il continuo ripetersi delle cifre del codice di cui sopra (per lo meno fino alla quarta stagione), il fatto che molti personaggi abbiano cognomi di filosofi, letterati e scienziati -e non a caso: abbiamo infatti a che fare con Danielle Rousseau, John Locke/Jeremy Bentham, Mr. Eko (infatti non sono pochi i richiami almeno concettuali all'opera di Umberto Eco "L'Isola Del Giorno Prima"), Kate Austen, Daniel Faraday, Desmond Hume, Michail Bakunin e così via-, i continui misteri risolti solo in parte come il Mostro di fumo, la gigantesca rovina di un piede con quattro dita, gli orsi polari, i miracoli dell'isola, le reali intenzioni degli Altri, il significato di alcune simbologie piuttosto evidenti...ma soprattutto, chi diamine è Jeronimo Jackson?!

Il problema è che scrivere di Lost senza svelare nulla ed evitare di togliere il piacere di vedere il telefilm è pressochè impossibile. Lost è un'esperienza, e come tale va vissuta, metabolizzata e pensata, non raccontata.

Parlando dei personaggi, c'è poco di cui lamentarsi: il cast è vario, ricco di personalità di spicco, ben caratterizzato. I miei preferiti sono il prete-ex trafficante d'armi nigeriano Eko, il truffatore James "Sawyer" Ford, dotato di un'ironia e di un cinismo senza pari e Sayid, torturatore iraqeno ex membro della Guardia Nazionale. Bello il fatto che le vite di tutti i sopravvissuti si siano volutamente o involontariamente toccate nelle loro vite precedenti. Che fossero predestinati a dover raggiungere l'isola un giorno?

Sulle serie in sè, c'è da dire che a mio avviso, le prime tre rimangono nettamente superiori alle ultime due: se prima smaniavo dalla voglia di vedere "ancora un episodio", dopo alcune assurdità tra la quarta e la quinta stagione ho perso un pò dell'entusiasmo iniziale, specialmente perchè sembra che gli autori facciano di tutto per allungare la brodaglia pur non avendo grandi idee, riciclando escamotages già visti altrove. Sia ben chiaro, la qualità rimane alta, ma se posso dare voti d'eccellenza alle prime tre stagioni (che bollerei con voti che vanno dal 9 al 10) altrettanto non posso fare con la quarta e la quinta serie, cui darei 8. Ogni tanto si vedono ancora fiammate di qualità pari agli esordi, ma si tratta appunto di mosche bianche, nonostante all'inizio della V stagione Lindelof assicurasse che fosse la migliore in assoluto.

Inoltre, al momento rimangono parecchi punti interrogativi. E mi auguro venga data a tutti una risposta, altrimenti rimarrei molto deluso.

Comunque se dovessi dare dei voti:

Stagione I: 9,0
Stagione II: 9,5
Stagione III: 9,0
Stagione IV: 8,5
Stagione V: 8,0

Media: 8,8


Non resta che aspettare la recensione della sesta ed ultima stagione.

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