
Potessi prendermi il gusto di descrivere un film in massimo dieci parole, per questa pellicola ne userei al massimo due: una è "mendace", l'altra ha a che fare con espletazioni del corpo umano che non starò a specificare...
Fresco trionfatore della notte degli Oscar con ben sei statuette vinte, The Hurt Locker racconta in uno stile quasi documentaristico (quindi con ben poche spettacolarizzazioni, cosa ottima per un film di guerra) gli ultimi 39 giorni di turno in Iraq di un artificiere, tra bombe da disinnescare, attentatori fanatici e momenti "privati" lontani dalla tensione della guerra.
Fin qui tutto molto bello, e fin qui il film di Kathryn Bigelow soddisfa le attese: anche dal lato tecnico, la regia è consona alla natura del progetto, le musiche non sono mai invasive, la trama seppur ripetitiva va avanti bene (e trasmette a tratti una certa qual sensazione di tensione) e il tutto trasmette una netta sensazione di "realtà", un pò come i reportage giornalistici di Current.
I problemi però stanno altrove. Personalmente ho trovato il personaggio di James fin troppo stereotipato: il classico Yankee coraggioso e spavaldo al limite della stupidità (la scena del disinnesco dell'autobomba è altamente esplicativa di ciò che intendo dire), capace di ardue imprese e al contempo gentile e aperto al dialogo con la diffidente e ostile popolazione iraquena. Manca solo che pianti la bandiera a stelle e strisce al suolo dopo ogni azione per essere l'emblema del patriota americano medio. Sicuramente è questa l'immagine che vogliono dare (e avere) di sè gli statunitensi, portatori di pace e concordia tra le nazioni (Abu Grahib dice niente?). Già questo potrebbe bastare per non far piacere il film a chi non vive a base di hamburger e patatine, ma ad aggravare ulteriormente la stiuazione ci si mettono i dialoghi tra i personaggi: banali, spesso fuori luogo (soldati che nel bel mezzo di un disinnesco parlano di marijuana?!) e che chiaramente mirano a invogliare l'arruolamento con frasi del tipo "Sai, la vita nell'esercito è una grande esperienza, a tratti divertente". Semplicemente becero e disgustoso.
Per me questo film ha clamorosamente toppato. Tanto ammirevole per quanto concerne l'aspetto visivo e il pathos, quanto demoralizzante per tutto il resto. La pioggia di Oscar (assolumente immeritati quelli per "Miglior Film" e "Miglior Sceneggiatura") sono palesi testimoni di un concetto: Un film fatto da americani, sugli americani e per gli americani, i quali amano vedersi come James l'artificiere.
[4,0]