
Prima di recensire questo gioco, vorrei dire la mia su come la stampa specializzata lo ha trattato, e non voglio farlo partendo dalla mera votazione ricevuta (non si va mai -giustamente- oltre l'8) ma sul modus operandi.
A mio avviso si è partiti prevenuti, considerando questo gioco come il terzo capitolo di
Parasite Eve, saga action-RPG divenuta oggetto di culto negli anni Novanta. Quindi, nella mente del recensore di turno, questo è
Parasite Eve 3, fatto corroborato dalla presenza di Aya Brea, Kyle Madigan e Kunihiko Maeda, storici volti della saga, e dal setting newyorkese. Peccato però che
The 3rd Birthday si stacchi moltissimo dal passato della saga, proponendo nuovi nemici (i Twisted di cui parlerò più avanti), un nuovo staff dietro le quinte - i primi due erano opera di Hironobu Sakaguchi, questo di Hajime Tabata- ma, soprattutto, un nuovo gameplay, più vicino al TPS che non al gioco di ruolo d'azione. Quindi, secondo il recensore di turno, è brutto, senza "se" e senza "ma".
Peccato inoltre che, sin dall'annuncio, si fosse parlato di spin-off della saga principale, quindi il cambio di impostazione non può e non deve essere considerato un difetto. Oltretutto, non si spiega perchè degli sparatutto in terza persona oggettivamente meno originali di
The 3rd Birthday siano osannati e un gioco con dei difetti ma tutto sommato di buona fattura come questo affossato.
Altra cosa che non mi spiego è il definire i Twisted come nemici "troppo derivativi". Spiegatemi questa definizione, tenendo conto che parliamo di un medium che ha campato per anni sugli zombies (che tutto sono fuorchè originali) e gli alieni.
Comunque, dopo la mia invettiva polemica, posso iniziare la vera recensione.
Solitamente inizio a parlare della trama di un'opera, il problema è che la trama di
The 3rd Birthday è così cervellotica (e, ad onor del vero, per nulla entusiasmante) che non basterebbe un pomeriggio per scrivere tutto. Basti sapere che la vigilia di Natale del 2010 l'umanità è stata assaltata da un nuovo flagello, i Twisted, esseri sconosciuti che sono emersi dalle profondità della Terra con il chiaro intento di distruggerci tutti. Il governo statunitense corre ai ripari fondando la CTI, un'unità speciale internazionale che mira a risolvere la crisi. Fulcro dell'unità è Aya Brea, agente pluridecorata trovata in stato di incoscienza in una chiesa, unica superstite tra gli invitati al suo matrimonio. Aya ha un potere che la rende unica, l'Overdive, ossia la capacità di prendere possesso dei corpi altrui. Sfruttando questo dono, Hyde Bohr, capo della CTI, decide di inviarla nel passato per cambiare il corso degli eventi. Aya avrà così due obiettivi: eliminare alla radice la piaga dei Twisted e scoprire cosa accadde durante il suo matrimonio.
Bisogna dire che giocando si possono notare dei rimandi a film come
La Guerra Dei Mondi di Steven Spielberg (la cui idea di emersione di mostri è anche alla base della trama di
Gears Of War, tanto per parlare di derivativismo) e
Kill Bill di Quentin Tarantino, specie parlando di "sposa imbrattata di sangue" e "anziano ex capo" in rapporto di odio/amore con la suddetta. C'è da ammettere che tutto sembrerà confuso e leggermente campato per aria sino alle battute finali del gioco, quando un colpo di scena (piuttosto assurdo invero) spiegherà tutto.
Il gameplay, come detto, è fortemente diverso dalla saga principale di
Parasite Eve, essendo fortemente orientato allo sparatutto in terza persona, pur mantenendo elementi tipici del gioco di ruolo, come l'avanzamento di livello e l'acquisizione di punti esperienza.
L'elemento di assoluta novità è per il già citato Overdive, ossia la capacità della bionda protagonista di entrare nel corpo altrui e assumerne le sembianze controllandone le azioni. L'idea conferisce all'azione un ritmo altissimo e funziona ottimamente, tanto da permettere anche la creazione di qualche strategia piuttosto elaborata, peccato che a volte l'imbarazzante intelligenza artificiale dei soldati che fanno da spalla ad Aya renda le cose leggermente frustranti: si parla di un AI talmente elementare da far sì che molte volte i partners stiano a farsi ammazzare dai nemici senza nemmeno cercare riparo dietro le (tante) coperture sparse per i livelli di gioco.
Nonostante questa pecca, tuttavia, il sistema di gioco appare ben strutturato, anche in virtù di una ampia libertà di modificare sia le abilità di Aya, attraverso la manipolazione di frammenti del suo DNA, che il suo arsenale, vista la grande quantità di armi disponibili, tutte potenziabili ad eccezione della pistola d'ordinanza. Proprio a tal proposito, c'è da dire che la protagonista avrà a disposizione un massimo di quattro armi: la pistola, due armi eleggibili dal giocatore e una quarta che varierà a seconda del tipo di soldato che verrà "posseduto".
Qualche difetto oltre alla risibile IA inoltre lo si può trovare in dettagli come l'animazione che non permette ad Aya di ripararsi automaticamente quando deve cambiare caricatore, ma si tratta di una piccolezza a cui è possibile ovviare con un pò di accortezza.
Il level design è classico quello classico dei giochi a base di sparatorie, ossia molto lineare e inframezzato da checkpoint dove curarsi, cambiarsi d'abito e ricaricare le armi. Al fine di non rendere troppo monotona l'esperienza, il team di sviluppo ha cercato (con successo) di diversificare le situazioni, mettendoci ora a fuggire da un nemico che ci rincorre, ora a pilotare un aereo per salvare un contingente accerchiato dai Twisted, anche se il fulcro dell'esperienza resta il falcidiare più nemici possibili per passare allo stage successivo.
A livello tecnico, come sempre, Square Enix non si discute: la grafica è sontuosa, tanto nelle sezione giocate quanto durante i filmati in computer grafica. Da menzionare anche il decadente mondo di gioco, artisticamente molto evocativo. Meno ispirato il sonoro, sia per le voci dei personaggi, che per la colonna sonora, la quale, pur portando la firma di Yoko Smimomura, stenta a decollare e offre solo verso la fine pezzi veramente memorabili.
Quanto a ore per concluderlo, non credo sia possibile scendere sotto le 9-11 ore per la prima tornata. Considerando poi i vari livelli di difficoltà, gli obiettivi da conseguire, le armi e i costumi alternativi da sbloccare (oltre che il famoso video della doccia, sbloccabile dopo aver finito il gioco 50 volte), la rigiocabilità è altissima.
Il giudizio finale su
The 3rd Birthday mi ha, come mai accaduto prima, messo in una posizone strana: il gioco non è brutto, anzi, per essere un TPS, su una portatile con deficienze in quanto a controlli come PSP funziona alla grandissima (solo
Resistance: Retribution nel suo genere può essergli considerato superiore), il gameplay è buono, ma ci sono una serie di difetti, come la trama o la componente sonora, che ne abbassano sensibilmente la qualità generale. Il voto ideale sarebbe tra il 7,5 e l'8, ma preferisco arrotondare per difetto. E non perchè "non è
Parasite Eve 3", ma perchè "gli manca qualcosa" in termini artistici.
[
7,5]