Eppure, proprio alla fine della conferenza stampa, Reggie Fils-Aime, fresco di nomina a Presidente di Nintendo of America, annuncia un ultimo gioco presente al momento solo in trailer.
A sorpresa, Nintendo presenta il nuovo capitolo della saga The Legend Of Zelda, con Shigeru Miyamoto (inventore, oltre che del brand di Zelda, anche di "robetta" come Super Mario, StarFox, Pikmin e dato tra gli assenti alla vigilia) che appare sul palco con tanto di Master Sword e Scudo dell'Eroe. La sala conferenza esplode di gioia, internet per giorni è invaso da fan in visibilio: Dopo la meravigliosa ma contrastata esperienza di Wind Waker, la saga diventa "dark" e adulta, con un gioco che pare voler essere il degno erede di quel The Legend Of Zelda: Ocarina Of Time che fece la storia dei videogames.
Siamo nel dicembre 2006. Dopo due anni di rumors, dichiarazioni e speculazioni, il nuovo Zelda, intitolato The Legend Of Zelda: Twilight Princess, giunge nei negozi di tutto il mondo, oltretutto gravato da una particolare responsabilità: essere l'ultimo grande gioco di Nintendo per GameCube e battezzare la nascita di Nintendo Wii e del suo rivoluzionario controller. Il gioco si dimostra un successo in piena regola: la critica incensa l'ultima fatica di Miyamoto e Aonuma con voti altissimi, celebrando il gioco come un capolavoro capace di inserirsi nel pantheon dei videogames. Eppure...
Eppure qualche difetto affiora: i giocatori più scafati (che per anni chiesero a Nintendo uno Zelda come Twilight Princess) iniziano a lamentare scarsa originalità, eccessiva facilità e la mancanza di quella capacità di stupire il giocatore che è il sale della serie.
Siamo nell'estate del 2009. Il sottoscritto, dopo una velocissima giocata durante il Natale 2006, venuto a conoscenza di tutte queste critiche al gioco, decide di reinserirlo nello slot dischi del Wii. "Impossibile che non mi sia mai accorto di tutto ciò" si dice. Inizia a giocare, a cavalcare per le verdi terre d'Hyrule, a immergersi nelle profondità del Lago Hilia, a lottare contro le armate del crepuscolo e si accorge di ricordare bene: Twilight Princess è ancora il capolavoro che aveva ammirato quasi tre anni prima. Tant'è vero che decide di scriverne una recensione epocale per il suo blog, sia per i contenuti che per la lunghezza della stessa.
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Da punto di vista tecnico, non c'è nulla di cui lamentarsi: graficamente è sontuoso, sicuramente una delle migliori grafiche in assoluto viste nella passata generazione di console. A ulteriore riprova della qualità del lavoro del team di sviluppo, è da marcare la grandezza del regno di Hyrule: Quella di Twilight Princess è la Hyrule più grande e varia in assoluto. Qualche difetto lo si può riscontrare nelle texture di alcuni elementi naturali, come i tronchi degli alberi, ma nulla in grado di inficiare la bellezza del prodotto.
Proseguendo trattando la componente artistica, non si può non sottolineare la grande varietà del setting in cui si svolge il gioco: dal punto di vista "naturalistico" alcuni ambienti sono piuttosto scontati (c'è il classico mondo di ghiaccio, di fuoco...), eppure i dungeon che dentro quegli ambienti si articolano sono di ottima fattura, alcuni di essi -in particolare ricordo La città nel Cielo e il santuario posto sul fondo del Lago Hilia- capaci di porsi come tra i migliori in assoluto mai visti in uno Zelda. Le locations "antropiche", invece, si dimostrano più variegate: si va dal classico borgo medievaleggiante a edifici che mescolano in modo intelligente i tratti tipici dell'architettura Romana ed Egizia, fino a piccoli villaggi sperduti che, perlomeno nell'atmosfera, ricordano parecchio gli spaghetti western di Sergio Leone. Un difetto veramente grande, tuttavia, è riscontrabile nel fatto che molti di questi villaggi siano abitati da un numero esiguo di PNG e, in generale, Il mondo di gioco pare eccessivamente desolato, con la sola eccezione di Tauro e del borgo di Hyrule.

Per quanto concerne le musiche, non si può non fare un plauso a Koji Kondo, storico musicista di molti giochi di Nintendo, capace di creare una colonna sonora di ottimo livello, con alcuni motivi indimenticabili e capaci di dare l'impressione di trovarsi in un mondo etereo e lontano, quasi arcadico, che però non rifiuta qualche "fusion" con elementi di musica country o araba. Personalmente ho amato parecchio le composizioni del Villaggio Calbarico e del Patibolo nel deserto: la prima capace di trasmettere serenità e pace, la seconda in grando di ammaliare il giocatore, ricreando un'atmosfera esotica e misteriosa.
Parlando del fulcro di ogni esperienza videoludica che si rispetti, ossia il gameplay e alla struttura di gioco, bisogna essere invece più critici. Riguardo ai controlli, nulla da eccepire: La versione Wii (quella che ho giocato) si mostra molto curata e sfrutta in modo consistente le peculiarità del wiimote, utilizzato ad esempio per indirizzare il boomerang o menar fendenti con la spada. La struttura di gioco, invece, per quanto equilibratissima e ben congeniata, comincia a sentire il peso dell'età, in quanto si basa sull'oramai abusatissimo dogma "entra nel dungeon- prendi la mappa- usa l'oggetto X per risolvere l'enigma Y- sconfiggi il boss". Per quanto il team abbia tentato di variare un pò l'esperienza, soprattutto attraverso subquest segrete e nuovi gadget e della trasformazione in lupo, i risultati si sono dimostrati al di sotto delle aspettative. Personalmente la cosa non mi ha dato chissà quale fastidio (tant'è vero che adoro giochi che mantengono un'anima retrò nel loro gameplay, come ad esempio Dragon Quest e la pletora di giochi di ruolo giapponesi che si caratterizzano per la scarsità di innovazioni), ma bisogna oggettivamente dire che il problema della monotonia sussite, e che per alcuni potrebbe essere piuttosto pesante. I Boss-fight non sono mai proibitivi nè frustranti (il chè è certamente un bene), e per venirne a capo il giocatore dovrà spesso fare affidamento sull'ultimo gadget disponibile, particolare che potrebbe risultare troppo "semplificante", ma che in realtà viene sviluppato con intelligenza.
Chiudendo l'intervento con delle considerazioni finali, non posso dirmi insoddisfatto del gioco. Lo considero uno dei migliori che abbia mai giocato in assoluto, il terzo miglior Zelda dopo Majora's Mask e Ocarina Of Time (opere che recensirò presto), una vera perla. Certo, a causa dei difetti sopra esposti e di un certo conservatorismo che pare aver permeato il progetto, Twilight Princess potrebbe non aver soddisfatto i fan più esigenti. Forse il mio entusiasmo è dovuto al fatto che è stato il mio primo gioco per Wii e contemporaneamente il primo Zelda della mia vita, ma non mi sento capace di considerare questo gioco come un prodotto solo discreto: Quest'opera è un gioco di qualità suprema, purtroppo scalfito nella sua potenziale perfezione da una certa esitazione da parte del team di sviluppo nel proporre idee veramente nuove. Lacuna che spero, io come tutti i fan della saga, venga eliminata dal prossimo capitolo della saga previsto per Nintendo Wii, ancora avvolto nel mistero e che con tutta probabilità verrà svelato all'E3 del 2010.
[9,0]